Al termine di una verifica fiscale, effettuata nei confronti di un notaio di Oristano, i finanzieri hanno scoperto alla luce un artifizio che, attraverso l’uso di fatture false emesse da una società consociata che forniva al professionista servizi in realtà inesistenti, permetteva un’ingente frode fiscale.
La società, amministrata fittiziamente dalla moglie del notaio, con funzione e ruolo di mera prestanome, è stata utilizzata per scaricare costi fasulli, approfittando del fatto che la stessa si trovava in perenne perdita a causa degli ingenti costi portati in contabilità. Alcuni di questi costi, in realtà erano riconducibili al notaio, non potevano essere ‘scaricati’ da quest’ultimo poiché non consentito ai professionisti. Per aggirare il divieto, il notaio aveva adottato un espediente: lo stesso professionista emetteva le fatture (a nome della società) che servivano a se stesso (come notaio) per diminuire drasticamente l’imponibile da assoggettare a tassazione. Le fatture, per esempio, avevano per oggetto servizi vari, come la tenuta della contabilità (che, in realtà, veniva già effettuata da consulenti esterni); visure a banche dati e archivi pubblici svolte effettivamente dagli stessi dipendenti del notaio, ma fatte risultare come fatte dalla società.
La denuncia è per emissione di fatture false e dichiarazione fraudolenta mediante annotazione delle stesse ed il Gip ha chiesto ed ottenuto il sequestro preventivo di una cifra corrispondente alle imposte evase: circa 577mila euro. Perciò, le Fiamme gialle oristanesi hanno sequestrato un immobile di pregio, in una via del centro di Oristano, di proprietà della società, ma utilizzato dal notaio come studio professionale. (red)
(admaioramedia.it)