I Carabinieri del Nucleo operativo di Oristano hanno notificato un’ordinanza di misura cautelare, emessa dal Tribunale di Cagliari, nei confronti di tre persone, già note per vicende giudiziarie simili, con l'accusa di estorsione continuata in concorso tra loro.
Si tratta di F. A. (42 anni) di Sassari, V.R. (47) di Sedilo e M. F. (57) di Oristano, ai quali è stata applicata la misura cautelare, meno afflittiva degli arresti richiesti, del divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa e di non comunicare in alcun modo con essa.
Dal luglio 2013 ad aprile 2014, i tre sono riusciti ad estorcere più di 60.000 euro ad un uomo, residente nel Sulcis, che aveva pubblicato inserzioni in alcuni siti e riviste di incontri a luci rosse. Grazie a queste era stato adescato da F.A. e da V.R., che, dopo aver registrato alcune conversazioni erotiche, minacciavano la vittima di rivelare le sue inclinazioni sessuali alla madre, al datore di lavoro ed ai suoi conoscenti, se non avesse consegnato loro periodicamente cospicue somme di denaro, il tutto condito anche da varie minacce. Anche M.F. partecipava all’estorsione, telefonando più volte alla vittima e spacciandosi per notaio o per direttore di banca ed esortandolo a pagare le rate di un fantomatico mutuo, che la coppia di estortori avrebbe acceso nell’interesse della vittima. Sistematicamente la coppia, dopo aver ricevuto il denaro, ne girava una parte al complice.
Le indagini, partite sin da aprile 2014, sono durate tre mesi e si sono sviluppate attraverso l’intercettazione delle utenze che contattavano la vittima, il monitoraggio dei loro conti correnti, dove la vittima versava le somme estorte, l’audizione di alcuni testimoni, tra i quali il datore di lavoro ed alcuni vicini della vittima, contattati in diverse occasioni dagli estortori alla ricerca della loro vittima, ed un amico col quale la vittima aveva inserito gli annunci a sfondo sessuale. Gli investigatori hanno quindi ricostruito compiutamente la vicenda, compreso il grande timore che la vittima nutriva, non solo per la sua incolumità, ma anche e soprattutto per la sua immagine agli occhi della madre, avendo un conto corrente cointestato, che aveva completamente dilapidato. Non è stato possibile chiedere le misure patrimoniali, per il recupero del denaro estorto, perché la coppia nel frattempo ha sperperato tutto in alberghi e ristoranti in giro per l’Italia.
In seguito ad altre querele, sporte da numerose persone offese, anche la Compagnia dei Carabinieri di Ghilarza ha scoperto altre 12 truffe perpetrate da F.A. e V.R., nel periodo compreso tra gennaio ed agosto 2013, in particolare a Ghilarza, Abbasanta, Sedilo ed Aidomaggiore. Sfruttando le conoscenze nel territorio proponevano la compravendita di elettrodomestici a prezzi vantaggiosi, poi, incassato il denaro, non consegnavano la merce. Per questa attività c’è un procedimento penale in atto presso la Procura della Repubblica di Oristano. (red)
(admaioramedia.it)