Questa mattina, militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Oristano e della Compagnia Carabinieri di Tonara, coordinati dalla Procura della Repubblica oristanese, hanno realizzato una vasta operazione, denominata “La Squadra”, sia nell'Isola che nel territorio nazionale, eseguendo 17 provvedimenti cautelari, emessi dal Tribunale di Oristano, nei confronti di politici, funzionari Anas, imprenditori e professionisti: 3 in custodia cautelare in carcere, 13 agli arresti domiciliari ed uno con obbligo di dimora. Si tratta di un’operazione che prosegue il filone di indagini, noto come ‘Sindacopoli’, che lo scorso 28 aprile aveva portato all’arresto di 21 persone (tra questi, il consigliere regionale di Forza Italia, Antonello Peru, e l'ex consigliere azzurro, Angelo Stochino) ed a 3 obblighi di dimora a carico di amministratori locali e professionisti. Oltre alle misure personali restrittive, c’è l’iscrizione nel registro degli indagati di 95 persone.
L’attenzione degli investigatori si è concentrata su alcuni politici e funzionari di enti pubblici che attraverso rapporti illeciti con imprenditori e professionisti avrebbero ideato ed attuato un consolidato sistema di controllo illecito degli appalti, anche attraverso la corruzione di funzionari pubblici. Il sistema era basato sul principio che “chi portava i finanziamenti per l’appalto lo gestisce a suo piacimento ed in favore dei suoi sodali”, coinvolgendo più livelli: i politici regionali, che contribuivano ad orientare la spesa regionale; un intermediario (secondo la ricostruzione degli inquirenti, l'ingegnere desulese Salvatore Paolo Pinna), che si occupava di organizzare le turbative d’asta per riversare i finanziamenti sul “territorio ma ad imprese e professionisti compiacenti”; infine, funzionari ed amministratori delle stazioni appaltanti che eseguendo le direttive dell’intermediario nella gestione dei finanziamenti ottenevano consenso popolare per il loro “impegno nei confronti della comunità”. Così, l’intermediario era in grado di controllare e di indirizzare la gestione di alcuni appalti pubblici della Regione.
Con questo sistema sarebbero stati pilotati anche gli appalti pubblici dei lotti 3 e 8 della Sassari-Olbia, aggiudicati rispettivamente con importi di 70.775.409 e 57.366.243 euro, turbate le aste per l’assegnazione dei servizi tecnici di progettazione di due porticcioli turistici nell’area ogliastrina (Tertenia e Tortolì, rispettivamente circa 16 milioni e 11 milioni di euro), nonché assegnare numerosissimi appalti minori per incarichi di progettazione di opere pubbliche e consulenze di varia natura. L’attuazione di questo sistema, soprattutto in relazione ai grandi appalti, necessitava dell’intervento del politico o del funzionario pubblico compiacente per far nominare commissari di gara malleabili nel giudicare ed assegnare ad imprese o soggetti selezionati dal sodalizio criminoso.
L’attività investigativa è stata eseguita mediante indagini tecniche, servizi di osservazioni, perquisizioni, ispezioni documentali eseguite sia su apparati informatici che cartacei, accertamenti di natura economica con riscontri bancari ed ha permesso di individuare il sistema di pagamento di tangenti attraverso modalità formalmente lecite. Infatti, l’intermediario retribuiva politici e funzionari mediante tangenti mascherate da consulenze, incarichi professionali anche per persone a loro vicine (familiari o congiunti), contributi elettorali, così da avere la gestione di una cospicua fetta di finanziamenti pubblici erogati dalla Regione e dallo Stato. Le indagini hanno anche evidenziato che il denaro necessario per le tangenti veniva creato con l’emissione di fatture false emesse dall’intermediario nei confronti delle imprese aggiudicatarie degli appalti o ad imprese collegate, motivandole come lavori e consulenze. La pianificazione degli illeciti avveniva attraverso regolari soggetti economici leciti e formalmente con tutta la documentazione contabile (contratti, fatture, note di credito ecc.).
La bontà della ricostruzione è confermata dalla confessione dei rappresentanti legali delle imprese aggiudicatarie di appalti inerenti i lavori del tracciato Sassari-Olbia, che hanno raccontato di avere pagato la somma di 300.000 euro ciascuno come prezzo per assicurarsi l’aggiudicazione dell’appalto. Confessioni riscontrate dalle perquisizioni e dalle ispezioni, che hanno permesso di rinvenire documentazione delle illecite dazioni a favore di politici, funzionari e prestanome degli stessi, quali moglie, sorella o fidanzata. In particolare, per un lotto della Sassari-Olbia è stato rinvenuto un elenco dei destinatari delle somme ricavate dalle tangenti pagate dagli appaltatori romani, dove figurano la sorella e la fidanzata di due politici regionali : una retribuzione illecita di 150mila euro ciascuno. Era prevista anche un’ulteriore tangente per i politici e funzionari pubblici corrotti da 800mila euro, mascherata con un contratto fittizio per prestazioni professionali di vario genere da rendere nell’abito dell’appalto stesso. (red)
(admaioramedia.it)
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