Per sviluppare il turismo in Sardegna ed uscire dal solito discorso ‘estate, sole e mare’ molti ritengono che occorre proporre il nostro patrimonio culturale. Perciò, è bene esaminare la gestione e la presentazione di questo patrimonio.
Un agente di viaggio, sardo e trapiantato a Milano, ha raccontato che suo figlio, nato in Sardegna e cresciuto a Milano, che si occupa della programmazione di viaggi turistici in tutto il mondo ha deciso all’improvviso di venire per un rapido viaggio per Pasqua col figlio di 10 anni: entrambi la conoscono perché ci vengono nel periodo estivo, ma non c’erano mai venuti fuori stagione. Hanno viaggiato in aereo da Milano a Cagliari, noleggiato un’auto e sono andati subito a Barumini, guide ben preparate li hanno accompagnati nella visita e relativo giudizio positivo: “Fantastico, incredibile”. Il giorno successivo sono andati sulla costa orientale, ad Arbatax, escursione in motoscafo alle grotte: “Paesaggi incantevoli da rimanere a bocca aperta”; terzo giorno, da costa a costa, sono andati a Bosa e poi, percorrendo la panoramica, ad Alghero per la partenza: “senza parole”. Non sono andati a Cabras, pur passandoci vicino, a vedere i Giganti di Mont’e Prama né Tharros, perché non sapevano e non hanno trovato alcuna indicazione in proposito. Pernottamenti nei b&b (alberghi non ce n’erano o erano chiusi), pasti in ristoranti lungo la strada. Unica nota dolente aver avuto notevoli difficoltà per trovare posto sugli aerei. Un esperienza indimenticabile, il bambino la racconterà a scuola nel tema “Dove avete trascorso le vostre vacanze per Pasqua”.
Altro episodio. Un conoscente ha ospitato una coppia di amici continentali, del nord Italia, buoni conoscitori della Sardegna e appassionati di archeologia, li ha portati a Fordongianus dove hanno visitato le terme romane, la casa aragonese e la chiesa romanica di San Lussorio. Guida preparatissima che ha ben illustrato le caratteristiche, inserite nel quadro storico generale, dell’antico forum traiani, uno dei maggiori centri del periodo romano e di periodi successivi. Successivamente sono andati a Cabras per il museo coi Giganti. Anche qui hanno trovato guide competenti che hanno reso la visita straordinaria. Un terzo episodio l’ha raccontato un amico che si è recato a Caprera e ha visitato il Compendio garibaldino costituito dalla casa e dal nuovo memoriale. Ottima l’accoglienza e l’accompagnamento da parte dei custodi che guidano i visitatori. Eccezionale è stato soprattutto il memoriale, realizzato felicemente, dove insieme alla storia di Garibaldi appare anche quella dell’intera Italia.
Vi sono tanti casi di ottime gestioni di siti culturali: l’antica città di Nora, il tempio di Antas ed il Museo del molino ad acqua a Fluminimaggiore, i musei archeologico, paleontologico e delle miniera di carbone a Carbonia, e molti altri. In ognuno operano giovani, soci o dipendenti di cooperative o piccole società, che si sono creati un lavoro, si sono preparati e lo svolgono con passione. Sono tutti precari, hanno preso il lavoro partecipando a gare che hanno una durata limitata e nessuna certezza malgrado il loro interessamento. A volte hanno ricevuto un sostegno, ma spesso hanno dovuto provvedere perfino a realizzare le strutture minime: a Tempio c’è una piccola società che si occupa del Nuraghe Monte Maiori ed ha dovuto provvedere a proprie spese a realizzare il punto di ricevimento e la biglietteria. Anche ad Alghero c’è una piccola cooperativa che gestisce due importanti zone archeologiche senza avere finanziamenti o supporti.
Vi sono più o meno un centinaio di siti tra zone archeologiche, musei, monumenti (per esempio, le chiese romaniche come San Gavino di Porto Torres o la Basilica di Saccargia), curati da queste piccole imprese dedite a proporre e valorizzare il patrimonio della propria città o paese. Vi sono alcuni casi dove le amministrazioni locali sono abbastanza attente e sono sorte organizzazioni come fondazioni o istituzioni quali Alghero, Ozieri, Arzachena. Quello di maggior interesse è forse Barumini, che ha un’eccellente organizzazione ed impegno. La valorizzazione e la gestione del patrimonio è importantissima e l’elemento umano fondamentale. La politica regionale appare discutibile e farraginosa: l’interesse turistico è evidente però finora l’Assessorato al Turismo non aveva alcuna competenza, di recente vi è stato un accordo che si spera efficace. Non è tanto un problema di sovvenzioni o assistenzialismo, ma di organizzazione e promozione.
Gianfranco Leccis
(admaioramedia.it)