Da Ollolai arriva un segnale importante con la simbolica destituzione del Parmigiano reggiano a favore dei formaggi sardi. Una mensa che ha iniziato un lungo percorso educativo verso la ‘mensa a chilometro zero’ e che fonda il suo progetto sulla condivisione con bambini, genitori, docenti, somministratore dei pasti e produttori locali per preservare e migliorare la salute dei Sardi, soprattutto delle nuove generazioni, e per ragioni di carattere economico sociale, dando nuovo impulso all'economia agroalimentare.
La Sardegna può vantare una ricca tradizione alimentare e, soprattutto nell'ultimo decennio, sono stati avviati alcuni progetti per riavvicinare le nuove generazioni al mondo rurale ed ai prodotti tipici enogastronomici, con l’intento di ‘contaminare’ la cultura alimentare dei più giovani. Tra questi, il progetto "Satu po imparai", iniziato nell'anno scolastico 2009/10 nel Medio Campidano, con la collaborazione tra la Provincia e l'agenzia regionale Laore ed il coinvolgimento delle fattorie didattiche.
Un cambiamento ‘alimentare’ nella gestione delle mense pubbliche della Sardegna è proprio l’obiettivo della proposta di legge presentata dal consigliere regionale de La Base, Gaetano Ledda, "per costruire un'alleanza vitale tra consumatori, produttori, famiglie, enti pubblici ed esercenti attività di somministrazione di pasti nelle mense pubbliche, propedeutica per promuovere la sana alimentazione con l'utilizzo di prodotti tipici, tradizionali, a filiera corta nelle mense pubbliche della Sardegna".
"Le esperienze in atto dimostrano che è possibile impiegare i prodotti agro-alimentari sardi di qualità nelle mense scolastiche con ricadute sociali, ambientali ed economiche – ha spiegato il presidente de La Base, Efisio Arbau – Annualmente per la ristorazione scolastica, universitaria e ospedaliera in Sardegna, messe a bando risorse per oltre 60 milioni di euro e sono erogati poco meno di 11 milioni di pasti all'anno, per un valore degli alimenti compreso tra i 18-23 milioni di euro. Possiamo dunque stimare un mercato potenziale per i prodotti sardi che oscilla tra i 14 e i 18 milioni di euro. La proposta di legge e il caso di Ollolai certificano che si può passare dalle parole ai fatti e che la sfida si può vincere”. (red)
(admaioramedia.it)
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