E inutile far finta di niente e relegare gli attentati della notte scorsa a fenomeni di vandalismo. Nel Golfo di Olbia c'è una guerra in atto. Quella tra pescatori. Regolari da una parte, e abusivi dall’altra.
Sullo sfondo denunce e segnalazioni incrociate e tra le onde si consumano le vendette. E’ in questo ambito che che vanno inquadrati due fatti di cronaca che si sono verificati la notte scorsa ai danni di due imbarcazioni in due zone differenti della città.
Nel porticciolo popolare di via Tasso è stata data alle fiamme l'imbarcazione dei fratelli Carta. Un bel motoscafo con un potente motore nuovo di zecca e gli inserti in legno pregiato. L’altra imbarcazione data alle fiamme appartiene a un socio della Lega navale. Il Boston con motore da 40 cv era ormeggiato nei pontili della Lega navale, alla radice dell’Isola Bianca. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso tutta la scena che in queste ore è sottoposta al vaglio dei militari della Capitaneria di porto.
Intorno all’1,30 della notte, due o tre persone a bordo di un un’imbarcazione sono entrati tra pontili della Lega e si sono diretti verso la barca presa di mira ormeggiata nella parte più interna. Una volta arrivati sul posto i malviventi si sono resi conto che il Boston era assicurato al pontile con una catena. Le immagini mostrano lo scafo con a bordo gli attentatori che si allontana per riaffacciarsi dopo diversi minuti. Presumibilmente i malviventi si sono rapidamente procurati una cesoia. Una volta spaccata la catena hanno trainato la barca verso la costa di fronte, nella zona dell’ex Palmera. E lì che gli hanno dato fuco dopo averla cosparsa di liquido infiammabile. Il rogo ha divorato tutto quello che c’era da bruciare. Solo parte della chiglia e della prua hanno resistito. Questa mattina, il Boston è stato riportato in Lega e si trova a disposizione degli inquirenti che si occupano delle indagini.
Mauro Orrù
(admaioramedia.it in collaborazione con Olbianova)