Abbiamo vissuto gli anni del massimo splendore della città di Nuoro e con gli occhi della nostra infanzia abbiamo meravigliosi ricordi indelebili nella nostra mente. Erano gli anni a cavallo tra i ‘70 e gli ‘80.
In quel periodo, Nuoro non era come oggi una città di pensionati, vi erano tutte le fasce d’età (e purtroppo non è un’esagerazione, ma la triste realtà). Nascevano negli stessi anni varie attività commerciali: negozi di abbigliamento, oreficerie, Upim, grandi magazzini, le orfanelle, il cinema Eliseo e le Grazie, nonché varie discoteche. Il monte Ortobene, con il suo meraviglioso parco giochi era frequentato soprattutto dalle famiglie con prole; vi era anche l’Albergo dei fratelli Sacchi, che oltre ad essere utilizzato per i ricevimenti dei matrimoni, sfornava una quantità di cuochi e camerieri. Il posto di ritrovo dei giovani Nuoresi, erano il corso Garibaldi, ritrovo delle compagnie che lo ravvivavano, facendoci passeggiate, per finire sopra le panchine e i muretti dei giardinetti. In quei decenni, la città offriva oltre a numerosi servizi ai cittadini, molte offerte di lavoro e molti incentivi per fare impresa. I nostri concittadini laureandi partivano per studiare negli atenei di Sassari, Cagliari e in ‘Continente’. Una volta conseguita la laurea, tornavano in città (con orgoglio dei genitori) e aprivano studi professionali a Nuoro. Allora sì che la nostra città aveva tutti i servizi che hanno contribuito a farla crescere.
Ricordiamo che negli stessi anni iniziava a nascere una delle biblioteche più prestigiose della Sardegna, quella dedicata a Sebastiano Satta, con oltre 60.000 volumi, tra cui molti di vario pregio. Vogliamo ricordare che all’inizio degli anni Novanta nasce la zona industriale di Prato sardo. Con la sede della motorizzazione. Ripercorrendo le varie fasi della nostra vita, siamo sempre più consapevoli che, oltre le politiche regionali, a Nuoro hanno fallito anche le politiche comunali dove, dopo gli anni Novanta, non c’è stata progettazione, che cambiasse il trend che sta portando la nostra città nella più totale decadenza. A questo si deve aggiungere tutta una serie di privazioni che Nuoro si è vista subire: in principio fu tolta la Banca d’Italia, poi ci fu la proposta per scardinare la Motorizzazione, ora in ordine di tempo la proposta di spostare la Camera di commercio, la chiusura del Consorzio agrario, ed infine per mancanza di fondi regionali la chiusura della Biblioteca Satta.
I nostri giovani oramai quando vanno a studiare in altre città non tornano più. Purtroppo è consuetudine pensare che a Nuoro non ci sia niente. Bisogna invece cambiare e ragionare in altri termini: “A Nuoro c’e’tanto da fare”. E così ripartire, per ricostruire e ridare lustro ad una delle culle culturali e spirituali della Sardegna. Quando ad una città si tolgono i servizi questa è destinata a morire… Noi diciamo no!
Tiziana Franca Murgia – Nuoro
(admaioramedia.it)