Nel carcere di Badu ‘e Carros a Nuoro l’organico della Polizia penitenziaria è sottodimensionato ed insufficiente, non potendo garantire livelli minimi di sicurezza. La denuncia è del coordinatore regionale della Fp Cgil, Sandro Atzeni, al termine della visita effettuata insieme a Stefano Branchi del Coordinamento nazionale ed a Lucia Saba, delegato locale.
“Troppo spesso ci troviamo di fronte ad una situazione di difficoltà organizzativa dovuta all’assottigliamento delle risorse umane del corpo di Polizia penitenziaria, una carenza sulla pianta organica dell’Istituto di oltre il 27% del personale previsto – ha spiegato Atzeni – Abbiamo anche potuto constatare le precarie condizione igienico sanitarie del locale mensa degli agenti, in stato di abbandono totale, con diverse infiltrazioni, muffe e polveri provenienti dai lavori di ristrutturazione delle adiacenti strutture. Non esiste separazione bagni personale maschile e femminile, non è previsto quello per portatori di handicap. La cucina del personale è ormai obsoleta. Approfittando della temporanea sospensione del servizio mensa a realizzare le migliori condizioni sia lavorative che di vivibilità degli ambienti in materia di igiene e sicurezza alimentare. Tale richiesta riveste carattere di priorità assoluta a tutela della salute del personale di Polizia Penitenziaria e di chiunque acceda all’interno della struttura.
“Il muro di cinta, in diversi tratti risulta pericolante sia all’interno che all’esterno della struttura, rappresentando un pericolo – ha aggiunto il sindacalista – Le garitte sono priva di impianto antiscavalcamento e antintrusione. Non riusciamo a capire quali sono le garanzie di sicurezza che la stessa Amministrazione offre a tutela del proprio personale, qualora si dovesse, speriamo mai, accadere un attacco dall’esterno contro l’Istituto. Il camminamento risulta in pessime condizione igienico-sanitarie, cosi come le garitte sprovviste di impianto di condizionamento, ed il personale è alla mercé di tutte le intemperie meteorologiche, sia d’estate sia d’inverno. Lungo tutto il perimetro fuoriescono dei ferri completamente arrugginiti, vista la situazione di inagibilità si chiede la chiusura del muro di cinta”.
Ma anche la zona ‘intercinta’ è trascurata, con erbacce ormai datate, ma anche residui cartacei ed altri materiali non rimossi, come calcinacci: “La struttura è un cantiere aperto ed in diverse zone potrebbero essere introdotti all’interno dei reparti detentivi oggetti non consentiti o atti ad offendere. Inoltre, ci è stato segnalato che il responsabile del cantiere sia stato autorizzato ad accedere all’interno della struttura con il telefono cellulare e lo stesso potrebbe essere utilizzato dai detenuti per contatti con l’esterno. Siamo allo stremo, in una condizione di grande disagio”. (red)
(admaioramedia.it)