Guardo cosa sta succedendo a causa della grande nevicata. Di sicuro è stato un evento meteorologico importante. Ma alla fine penso che il nostro è diventato un Paese senza memoria, e dunque incapace di confrontarsi con quelle che diventano continue ’emergenze’.
Mia madre è nata a Fonni, paese dei miei nonni. A quel tempo le nevicate erano normali. Ricordo che anche da bambina la neve arrivava a superare il metro e mezzo. La gente era abituata a fronteggiare la situazione: si stava in casa, la provvista di legna e cibi, il mangime per gli animali. E a quel tempo non esistevano telefoni cellulari, protezione civile e nemmeno televisori. Sino a 20 anni fa gli spazzaneve della Provincia di Nuoro erano perfettamente operativi. Solo in casi rari le corriere si trovavano in difficoltà e se le strade erano impraticabili la gente se ne stava a casa. Oggi tutto diventa un problema. Tutti vogliono fare tutto come se niente fosse a volte mettendo in pericolo se stessi e gli altri. Forse le mie considerazioni sono retrograde. Ma dimenticare il nostro passato, l’esperienza dei nostri padri convinti che la modernità possa risolvere tutto è troppo ottimistico. In realtà non siamo più educati ad affrontare situazioni difficili.
Aspettiamo sempre che ‘qualcuno’ risolva il problema. Non rispettiamo le leggi della natura e nemmeno quelle dell’uomo, ignorando regole di buonsenso una volta normali. Massima solidarietà a tutte le comunità che affrontano queste giornate critiche. Ma di certo qualcosa non ha funzionato. L’ondata di gelo era ampiamente prevista. E molti disagi erano evitabili o quantomeno contenibili. Siamo tutti impreparati e ogni volta è una nuova ’emergenza’.
Flavia Corda (foto dal profilo Facebook di Maurizio Cadau)
(admaioramedia.it)