Ormai è certo: Luca Piras, il candidato secondo arrivato alle prime ‘regionarie’ on line del M5S, come candidato governatore della Sardegna, è stato epurato alle votazioni bis organizzate dopo la condanna di Mario Puddu, che aveva vinto le prime. Il suo nome non è nemmeno stato inserito tra i votabili della recente consultazione sulla piattaforma Rosseau.
L’escluso ha affidato a Facebook le proprie ragioni, affermando di non aver violato le regole del Movimento (verrebbe da chiedere quali, visto il mistero che aleggia) e che quindi la sua esclusione avrebbe un “evidente significato politico”. Piras minaccia anche che chiunque utilizzasse argomenti lesivi della sua onorabilità, in merito alla sua esclusione, sarebbe chiamato a risponderne, soprattutto se esternazioni di tal genere provenissero da parlamentari o candidati del M5S o loro seguaci; lamenta la violazione del suo diritto di difesa, non avendo ricevuto alcuna comunicazione in merito alla sua esclusione; stigmatizza la scelta di una linea politica che non lo vede protagonista, o almeno concorrente, in quanto contraria al sentire della base dei militanti. Ma, nonostante tutto ciò, conferma il proprio appoggio al M5S per il quale, dice, continuerà ad impegnarsi.
Verrebbe da dire “ben svegliato, Piras”, ma sopratutto verrebbe da chiedergli dov’era – lui e quelli come lui – che oggi si stracciano le vesti, quando il ‘cerchio magico’, che oggi l’ha affondato, ha iniziato a fare ad altri ciò che adesso ha fatto a lui, eliminando sistematicamente qualsiasi dissenso, qualsiasi opinione diversa, qualsiasi potenziale concorrente che potesse fare ombra ai ras del M5S isolano. Dov’era, quando alle regionali del 2014, invece di aprire il portale a qualsiasi lista si fosse presentata e ridurla ad unità attraverso votazione, venne bloccato il percorso della road map e poi, per contrappasso, venne negato il marchio alla lista di Tramatza che aveva l’unico, ma capitale peccato, di essere invisa ai caporioni grillini, lasciando la Sardegna senza rappresentanza e alimentando la bufala che erano i Sardi a non essere pronti. Dov’era, quando per le elezioni europee saltò fuori dal nulla il nome della sconosciuta Giulia Moi, l’inventrice della nuova molecola, e secondo alle votazioni on line arrivò tale Marini, gente praticamente sconosciuta agli attivisti sardi, tanto fa far ipotizzare che siano arrivati più voti degli iscritti sardi al portale. Dov’era, quando venivano sistematicamente affossate le liste presentate sul territorio, laddove non fossero emanazione del gruppo che ha in pugno il Movimento sardo. Per esempio, tentando in ogni modo di affossare la lista che si presentò ad Oristano intorno a Patrizia Cadau, che comunque riuscì ad ottenere la certificazione in extremis e per il rotto della cuffia. Dov’era, quando alle Parlamentarie del 2018 vennero saldati tutti i conti e venne compiuta una massiccia e sistematica epurazione di tutti i candidati non allineati, scomodi, pensanti, non manovrabili.
Evidentemente all’escluso di oggi, Piras, le cose andavano bene, finché, poi, nel mirino non è entrato lui. E’ comprensibile che adesso Piras faccia il martire e ipotizzi di lucrare sulla propria esclusione qualche futuro vantaggio politico (un pensierino alle Europee?). Ma è facile pensare che, come è capitato ad altri, che tenere la testa bassa e incassare non è garanzia di future ricompense. In fondo, Piras aveva già sicuramente capito che la decisione di rifare le votazioni significava che la scelta non sarebbe caduta su di lui, ma forse si illudeva che partecipando sarebbe riuscito a portare la base dalla sua parte. Invece, adesso ha capito, sulla sua pelle, che il giochino è finito diversamente, sopratutto se il gestore del giochino non vuole che tu giochi, potrai dire e fare ciò che vuoi, ma non giocherai.
Eppure, l’escluso Piras sembra non ancora aver capito che non è una questione di regole violate o non violate, bensì “è questione di come tu ti poni all’interno di un’organizzazione politica”, come disse testualmente Emanuela Corda (in riferimento alla vicenda dell’espulsione delle tre consigliere di Assemini, da cui è nato il processo a Puddu per abuso d’ufficio), deputata che unanimemente è considerata il ras più forte del M5S sardo. Tradotto, con l’aiuto del dizionario grillino, è questione di “da che parte stai”. E purtroppo, o per sua fortuna, Piras, a quanto pare, sta dalla parte sbagliata.
Montecristo
(admaioramedia.it)
One Comment
ivan botticini
Ivan Diego Botticini Velazquez Complimenti a chi ha scritto questo articolo, fotografa quasi perfettamente la situazione putrefacente e muta nella quale ci troviamo dopo anni di oscuramento solo a causa di troppe lingue incollate al palato.
Bravo F.M.
ib