Quando il Santo Padre, domenica all’Angelus, ha pronunciato il nome di monsignor Angelo Becciu nella rosa di nomi di nuovi cardinali da elevare al rango di Principi della Chiesa nel Concistoro del prossimo 29 giugno, oltre alla sorpresa per un annuncio sperato ma non previsto, la gioia è stata il primo dei sentimenti manifestati.
Chiunque conosca monsignor Becciu apprezza la sua riservatezza e, sebbene il suo impegno di diplomatico lo avesse portato ad incontrare le più importanti personalità del panorama mondiale degli ultimi decenni, ha sempre fatto della discrezione una delle principali caratteristiche della sua vita. Essere l’artefice del disgelo nei rapporti tra Fidel Castro e la Chiesa, favorendo l’incontro storico con il Santo Padre, e poi tornare nella sua Pattada a celebrare Messa è un esempio dello stile della sua vita.
Persino nella sua ultima visita in Sardegna, che risale a fine aprile per le celebrazioni del settantesimo dello Statuto regionale, ha fatto precedere il momento istituzionale da un incontro con i ragazzi diversamente abili della sua Diocesi di appartenenza, portando loro in dono il rosario di Papa Francesco.
Non c’è da meravigliarsi dunque se persino i suoi quattro fratelli non fossero a conoscenza della nomina cardinalizia, ma solo preavvisati da una sua telefonata che forse all’Angelus si sarebbe parlato di Sardegna. La Diocesi di Ozieri, dove venne consacrato sacerdote nel 1972, ancora una volta a distanza di 17 anni dall’elevazione a cardinale di Mario Francesco Pompedda, avvenuta nel Concistoro del 21 febbraio 2001, si trova al centro delle principali vicende della Chiesa sarda e non solo, in una dimostrazione di grande vivacità e rinnovamento, come poche. A monsignor Becciu, i più fervidi auguri.
Biancamaria Balata
(admaioramedia.it)
One Comment
Andrea Putzulu
Promozione normale, diventeranno cardinali i più ligi ai diktat di Francesco