o ChessaEbbene sì, il 10 aprile 2016, a 25 anni dalla tragedia, può essere considerata una giornata storica, speciale, unica. Un anniversario diverso dal solito per alcuni motivi. In primo luogo per la forte e mai vista partecipazione di cittadini, come se Livorno si fosse svegliata dal letargo di decenni.
Partecipazione che fa il parallelo con la fortissima sensibilità della rete, in particolare modo dei social, che hanno avuto il merito di raggiungere un numero esponenziale di utenti e per cui cittadini. A tutto ciò ha contribuito la nostra continua attività in rete e in particolar modo la campagna creata da Francesco Sanna, #iosono141, il cui sito proprio in questi giorni e’ stato distrutto da ignoti; un’azione ignobile, ma che fa capire che diamo ancora fastidio.
Una partecipazione di cittadini che si sono stretti intorno a noi familiari delle vittime in un tutt’uno, un insieme di umanità risorta dalle ceneri di un tentativo della Giustizia di minimizzare come un banale incidente la più grossa sciagura della marina mercantile italiana dal dopo guerra. E alla tesi minimalista intrisa da una miscela di nebbia, superficialità e disattenzione non crede la Commissione parlamentare di inchiesta che sta andando avanti senza sosta. Allo stato attuale uno degli aspetti che si sta concretizzando sempre di più è l’evidente inadeguatezza dei soccorsi e la oramai certa sopravvivenza sul traghetto ben oltre gli ufficiali trenta minuti, forse oltre le 6-8 ore. Come ha detto il Presidente della Commissione, il senatore Silvio Lai, tutto ciò porta anche alla riabilitazione dei membri dell’equipaggio del Moby Prince, che vanno considerati eroi, perché nell’imminenza della collisione e del successivo incendio hanno fatto il loro dovere seguendo le procedure in modo impeccabile, perché hanno dovuto gestire una situazione a bordo difficile, invivibile, rimanendo vicino ai passeggeri, perché sono morti con loro, anziché cercare un modo per fuggire e sopravvivere.
Un 10 aprile speciale che ha visto un particolare interesse e sensibilità degli organi, che ha iniziato ad essere evidente da molti mesi precedenti e speriamo prosegua. Infine un 10 aprile diverso che ha coinvolto tutte le istituzioni, dal presidente Mattarella ai Sindaci di moltissimi comuni, dopo anni di silenzio. Un 10 aprile che ci fa sentire meno soli, che non toglie il dolore, che mantiene la rabbia e la determinazione, ma che apre realmente uno squarcio verso la verità.
Luchino Chessa – Associazione 10 Aprile – Familiari Vittime Moby Prince
(admaioramedia.it)