Mentre, ieri, gli organizzatori della manifestazione che ha unito, in una pacifica sfilata di fiaccole e bandiere tricolori e coi quattro mori, circa 500 persone fra residenti e commercianti del centro storico e di altri quartieri di Cagliari, si preparavano a chiedere una città nuovamente sicura, il sindaco Zedda faceva sapere che “non esiste alcun problema sulla sicurezza. I migranti sbarcati illecitamente sono stati accompagnati alla frontiera. Le statistiche dicono che Cagliari è una città sicura”.
Sui ‘dati statistici’, che sancirebbero la sicurezza della città e la diminuzione dei reati, bisogna anzitutto ricordare al Primo cittadino che recentemente sono state decine le fattispecie di reato soggette a depenalizzazione. La flessione percentuale del numero dei reati – a Cagliari come in altre città Italiane – è in buona parte dovuta al fatto che ciò che in passato era censito come reato penale, è stato derubricato a illecito amministrativo. Tantissime sono le fattispecie che sono state interessate da tale intervento, solo per citarne alcune: atti osceni (art. 527 c.p.); atti contrari alla pubblica decenza (art. 726 c.p.); danneggiamento (art. 635 c.p.); ingiuria (art. 94 c.p.). Ciò significa che se un soggetto si cala le braghe di fronte a una donna, magari accompagnata dal suo bambino, quel comportamento non integra più una fattispecie di reato. Idem se un tizio urina o defeca per strada, ovvero se ne va in giro nudo. Stessa cosa in caso di danneggiamento e atteggiamenti ingiuriosi. Questi comportamenti spariscono dalle statistiche sui reati, semplicemente perché non possono essere più inseriti fra le fattispecie penalmente perseguibili, non certo perché il loro verificarsi sia venuto meno o anche solo diminuito. Peraltro, tale depenalizzazione è entrata in vigore nel febbraio 2016 e, verosimilmente, sono proprio i dati statistici di quell’anno che il sindaco Zedda ha utilizzato per le sue rincuoranti dichiarazioni, dal momento che difficilmente possiede dati aggiornati all’anno ancora in corso.
In secondo luogo, la ‘diminuzione formale’ dei reati sconta anche l’oramai consolidata prassi di molte vittime di non procedere a denunciare l’illecito subito, soprattutto per piccoli furti e molestie, in considerazione della sempre crescente sfiducia nella capacità della giustizia di punire adeguatamente il colpevole e – soprattutto – di tutelare la vittima dal ritrovarselo di fronte nel giro di 24/48 ore. Quanto alle rassicurazioni sull’abbandono dell’Isola da parte dei migranti sbarcati illegalmente di quali dati certi dispongono Prefettura e Municipio, considerando che ai magrebini sbarcati sulle nostre coste è stato semplicemente consegnato un foglio di via con scadenza di sette giorni e che la libertà di transito e di movimento di questi irregolari è stata assoluta e incontrollata. Quindi, come è stato possibile rintracciarli tutti e assicurarne l’imbarco verso altri porti? Ma soprattutto, anche a coloro che sbarcheranno nel futuro con le medesime modalità saranno lasciati 7 o più giorni di assoluta libertà di movimento e di azione nella nostra città? La sicurezza personale e la tutela dei beni degli abitanti e dei lavoratori del centro storico possono essere validamente sacrificate, per un tempo più o meno limitato, di fronte al “fenomeno spontaneo e inarrestabile” di giovani uomini che ‘fuggono’ da territori in cui non ci sono né fame, né guerra?
Infine, il Sindaco ricordi che il problema sicurezza a Cagliari non è limitato alla sola presenza degli Algerini irregolari, ma anche ad un numero spropositato di altri immigrati, dediti abitualmente a spaccio di droga, scippi, furti e risse, nonché ai reati commessi dai delinquenti indigeni che – specialmente da una certa ora in poi – funestano la zona del Porto e i quartieri di Marina e Stampace. Certo la situazione a Cagliari non è (ancora) paragonabile, per gravità e frequenza di certi episodi, ai fatti cui ci ha ormai abituato la cronaca nera nazionale. Ma, in questo caso, ci teniamo a continuare ad essere ‘provinciali’, a non voler competere con gli orrori di Milano, Rimini o Roma: a conservare, in uno slancio genuinamente identitario, la nostra peculiarità di città sicura e tranquilla.
Medusa
(admaioramedia.it)