Esprimo la più sentita vicinanza e solidarietà al Sindaco di Desulo Littarru, non solo e tanto per l’indagine cui è sottoposto, ma, per la grave situazione che interessa il Suo Comune. Infatti, detto che come ormai dimostrano abbondantemente i fatti i Sindaci sono divenuti il terminale di un sistema malato e complesso che quando non sono indagati, finiscono multati e sanzionati o, peggio, oggetto di atti delittuosi di ogni tipo spesso anche assieme ai loro familiari, la cosa grave è che su una problematica come quella della peste suina si agisca con la forza, anziché con il cervello ed il buon senso.
Sempre l’esperienza dovrebbe aver insegnato che soprattutto in aree come quella delle zone interne dell’isola le popolazioni sono ancora molto attaccate alle loro tradizioni e cultura, sono fiere e hanno la loro dignità. Ciò si rilevò ad esempio ai tempi di Pratobello nella fine degli anni Sessanta e si è ripetuto anche in tempi più recenti con la discesa in campo di migliaia di persone, comprese donne e anziani, a difesa dei diritti del territorio che da Roma e Cagliari si voleva espropriare con l’istituzione del Parco fallimentare imposto e poco amato del Gennargentu. Ci si ricorderà delle gravi forme di tensione conseguenti all’emanazione del decreto truffa del Ministro Ronchi con gravi atti compiuti contro Amministratori spesso accusati di avere ‘svenduto’ al Parco i territori dei loro Comuni senza informare i loro cittadini o dei gravi disordini conseguenti alla contrapposizione tra cacciatori e Forestali nel 2005 a seguito dell’improvvisa e improvvida attuazione dei vincoli del Parco che solo per miracolo non sfociò in dramma.
Il territorio ha dato lavoro e sostentamento da secoli e secoli alle nostre popolazioni e da esso continuano a viverci un’infinità di quelle famiglie che hanno deciso coraggiosamente di vivere nelle zone interne e non di popolare gli hinterland urbani e costieri. Dunque, si dovrebbe capire che non è roba che si può levare con decisioni calate dall’alto assunte nelle scrivanie cagliaritane o romane. Ripetere nefaste scelte del passato significa acuire tensioni e creare forme di contrapposizione di cui davvero non c’è bisogno. E’ anche grave responsabilità per gli effetti che si possono verificare sugli Amministratori che, paradossalmente, fungono da capro espiatorio stando tra incudine (Stato e Regione) e martello (i cittadini) e possono essere presi da un lato come bersaglio da chi non sempre ragiona con la testa e, nelle difficoltà, arriva a compiere gravi e ingiustificati atti, dall’altro come destinatari di provvedimenti giudiziari o sanzioni qualora non ottemperino ad assurdi atti e decisioni assunte nei Palazzi del potere cagliaritani o romani, incapaci di trovare reali e definitive soluzioni al problema ultradecennale.
L’esperienza di chi ha ‘davvero’ amministrato la res pubblica porta a trarre una semplice, banale e quanto mai ovvia conclusione: per risolvere i problemi e trovare giuste soluzioni non si può andare mai alle prove muscolari, lo fece anni fa anche un Governatore mai rimpianto, clamorosamente fallendo la sua azione politica e amministrativa, ma, occorre tatto, pazienza e buon senso, gradualità. Serve ‘parlare’ ai cittadini e giorno dopo giorno far capire la bontà dei propri ragionamenti e delle soluzioni individuate, facendo divenire gradualmente la comunità parte agente del sistema interessato a rimuovere una criticità quale quella della peste suina. Chi non capisce questo è inadatto a governate, incapace e non conosce l’abc dell’Amministrazione e delle relazioni sociali.
E’ chiaro che ci troviamo di fronte a gravi fallimenti della classe politica regionale che non è mai stata capace di esercitare il ruolo che dovrebbe e che a parte alcuni provvedimenti spot privi di efficacia ha sempre lasciato soli gli Amministratori e i Comuni abdicando al proprio ruolo di programmazione, coordinamento e controllo. Non è possibile perseguire risultati lasciando in balia di se stessi su una siffatta criticità i singoli Comuni e Amministratori che cambiano in continuazione, dato che non si realizza costanza nelle azioni e ogni realtà realizza forme diverse di attività. Occorrerebbe che la Regione in un periodo prefissato pluriennale realizzi un piano per debellare la peste attuando costantemente delle azioni che si portano avanti in piani, programmi e progetti a prescindere dalle Giunte Regionali e dai Sindaci che si susseguono, contemporaneamente e costantemente in tutti i Comuni i cui territori siano interessati dalla peste. Ciò andrebbe fatto preparando il terreno a quei piani, interagendo concretamente e non solo con i supertecnici o superprofessori con le collettività locali non con piglio distaccato, ma, ri-attribuendo alla politica il suo ruolo di interazione attiva e costruttiva con la gente. Alla quale andrebbero spiegati i benefici, le prospettive, le modalità di lotta, le soluzioni tecnicamente da adottare, eventuali incentivi per favorire con meccanismi di premialità iniziale la regolarizzazione della situazione, ecc.
Ma, siamo in una Regione ove abbiamo avuto Assessori ‘pluridecorati’ che hanno fatto riunioni nei territori affermando alle platee che “occorreva autodenunciarsi e pagare multe per mettersi in regola”, provocando stizza, rabbia e reazioni ovvie da parte degli interessati. Siamo una Regione ove si sono stanziati fondi per finanziare progetti che hanno messo in regola magari qualche allevamento, ma, nel contempo con la consapevolezza che altri allevamenti continuavano a rimanere in stato di criticità. Siamo una Regione con interi territori comunali consegnati all’Agenzia Forestas, dove suini, magari anche di operai forestali, circolano indisturbati e senza alcun reale controllo da parte di chi dovrebbe essere preposto a tale attività. E, siamo una Regione, ove si convocano i super vertici a Cagliari magari con tutti i Prefetti, Sindaci e Autorità varie, senza cavarne un ragno dal buco perché si naviga sempre a vista e sempre senza mai individuare ciò che dovrebbe essere la base iniziale di ogni ragionamento e, cioè, il ‘parlare’ con i cittadini, il far loro percepire che davvero tutto il sistema, di cui essi stessi sono chiamati a far parte, ha individuato la soluzione per annullare definitivamente la peste.
In definitiva, credo che il problema sia concretamente rappresentato dal fatto che la classe politica non ha mai individuato soluzioni efficaci e le popolazioni abbiano sempre convissuto con questa piena consapevolezza della totale inefficacia delle azioni proposte. Pensare di superare la mancanza di piani e soluzioni e l’incapacità di far divenire le comunità parte integrante del sistema di lotta con l’adozione di misure drastiche di abbattimento con la forza e con azioni paramilitari è l’esatto contrario di ciò che andrebbe fatto e genererà solo nuovi conflitti, sfiducia e odio verso le Istituzioni. Non vengono snellite realmente le norme in materia di usi civici per favorire e facilitare la realizzazione di aree recintate da destinare in funzione protettiva, non rimuovendo l’assurdità di obblighi normativi che, ad esempio, costringono a fare salti mortali per non realizzare interventi con strutture in legno che affondano nella terra ove confluiscono anche i reflui, e con tante altre assurdità non si andrà da nessuna parte e la Giunta attuale passerà come tutte le precedenti senza alcun risultato, se non quello di essersi fatta odiare più delle precedenti.
Ritengo che cancellare secoli di storia agro pastorale e identità dei nostri centri montani, anziché fornire le giuste soluzioni per superare il problema e garantire allevamenti veramente ‘bio’, sia obiettivo delle multinazionali che perseguono, forse grazie anche ai loro rappresentanti ai diversi livelli istituzionali (europeo, nazionale e regionale), l’obiettivo degli animali in gabbia con la massima produttività e redditività degli allevamenti, ma, non dovrebbe essere quello della politica che dovrebbe dimostrare di essere al servizio della gente, tutelando come nel caso di specie, tradizioni, cultura e autosostentamento di collettività che grazie ai suini sono andate avanti nei secoli.
Roberto Marino Marceddu – Già Sindaco di Gairo (2000-2015) ed attuale capogruppo in Consiglio comunale
(admaioramedia.it)
5 Comments
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