Si chiama Marina Lecca, ha 28 anni e da 14 è diventata ipovedente. O, per meglio dire, ha visto ed affrontato la vita con un ottica diversa. Una limitazione che, come lei stessa dice, non le ha impedito di svolgere una vita assolutamente normale.
E, tra le tante attività di cui si occupa, ha recentemente aggiunto la scrittura che "ha dato colore alle mie giornate". Ma, soprattutto, ha fatto sì che “ciò che non riesco a contemplare con gli occhi, grazie alla scrittura, riesco a contemplarlo con gli occhi del cuore”.
Com'è nata la passione per la scrittura?
“E' nata quasi per gioco. Mai avrei pensato di scrivere poesie e tanto meno di pubblicare dei libri. Ero decisamente all’oscuro che dentro di me stesse sbocciando una vena poetica. Un giorno ho scritto una poesia e l’ho pubblicata su un social network. I ‘like’ ed i commenti ricevuti mi hanno fatto pensato che, forse, tanto male non era. E’ stato come il meccanismo vizioso che si innesca quando mangi una caramella. Così è stato per me e le mie poesie. Sentivo che scrivere poesie mi piaceva e soprattutto riusciva a ‘dare colore’ alle mie giornate. Quando ormai il rodaggio sembrava essere una fase superata, ho scritto delle poesie in sardo. In principio non seguivo una metrica precisa ma poi, grazie ai preziosi consigli di un caro amico, son riuscita ad apprendere e a migliorarmi. Scrivere poesie mi rilassa, mi aiuta a far emergere una marea di sensazioni ed emozioni ed attraverso essa riesco ad esprimere meglio i momenti belli, ma anche quelli meno belli”.
Di cosa parlano i tuoi libri?
“Credo che il messaggio principale delle mie poesie sia quello di far capire a chi legge, come un non vedente affronta e vive la vita. Una vita normalissima, ci tengo a precisarlo, ma con delle sfumature diverse. Alla fine, come avrai notato, è sempre una questione di colori. Ogni volta che scrivevo poesie e le dedicavo a qualcuno le immaginavo racchiuse in un bellissimo libro. Pensavo ‘è solo un sogno’, ma grazie alla positività di molte persone a me vicine questo sogno è diventato realtà ed eccomi qui con i miei due libri in mano. Essendo decisamente alle prime armi, ho chiesto aiuto a degli amici che mi hanno guidato e consigliato”.
Quali difficoltà incontra un giovane autore nel suo lavoro editoriale?
“I miei libri sono autoprodotti. In due anni di scrittura, con mia grande sorpresa, la produzione poetica è stata davvero fiorente. Nasce così l’idea di poterle raccogliere in un libro. Nel primo “I pensieri di Marina”, come anticipa il titolo, ci sono tutti i miei pensieri, nero su bianco: tutto. Il secondo, “Su coru et sa menti” vuol dire che, combinando cuore e mente appunto, sono venute fuori altre poesie, questa volta in sardo. Ed è proprio questo il titolo del secondo libro in cui si parla del mio paese, Burcei, di cose che ho visto, vissuto e conosciuto”.
I prossimi obbiettivi?
“Un piccolo obbiettivo si è già avverato e ne sono molto felice. È una bella esperienza ricca di emozioni e, perché no, di grandi soddisfazioni, ma anche di tanti nuovi input per realizzare altri libri. Per ora, comunque, non c’è niente di certo, solo ipotesi e desideri. È mia abitudine andare avanti giorno per giorno. Le mie idee nascono come fiori in un bel giardino. Magari a breve ne sboccerà qualcun’altra”.
Ignazio Monni
(admaioramedia.it)
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