Sua Eccellenza, è con grande preoccupazione che Le segnalo lo stato di apprensione e preoccupazione in merito alla preannunciata sistemazione di un primo gruppo di migranti nell’ex presidio penitenziario di Iglesias e all’emergenza relativa all’accoglienza di ulteriori profughi sul territorio che si racchiude nel Sulcis Iglesiente.
Come ben sa la Sardegna è sempre stata tra le più pronte e collaborative ad accogliere migranti e richiedenti asilo nel suo territorio. La grande maggioranza dei Comuni ricadenti del Sulcis Iglesiente ha sempre assicurato il proprio fattivo impegno, in collaborazione con la Vostra struttura. Devo però segnalare che la situazione, in previsione dell’arrivo degli ulteriori profughi, è arrivata ormai oltre i limiti di saturazione. La nostra Isola ha oggi una presenza di migranti superiore rispetto alle quote assegnate, contrariamente a molte altre Regioni che sono sotto la loro soglia. Questo può comportare il serio rischio di tensioni sociali, fenomeno che è nell’interesse di tutti scongiurare e comporta un aggravio sui territori, mettendo in seria difficoltà le amministrazioni comunali – sempre più strette dalla morsa di bilanci risicati – e le comunità locali, ormai incapaci di fronteggiare un’invasione senza limiti.
Nessuna discriminazione o atteggiamento di chiusura. Pur comprendendo le motivazioni sulla necessità di accoglienza e ospitalità dei profughi – e sulla conseguente esigenza di recuperare nuove strutture per dare asilo ai migranti – è indubbio come lo stato dei fatti nel Sulcis Iglesiente abbia portato ad una situazione ormai esplosiva. Si tratta di lunghissima ed infinita emergenza che si trasforma in un peso insostenibile per il distretto, sempre più lacerato e tormentato da una crisi economica ed occupazionale che sta trascinando il sistema produttivo al collasso. Si tenga peraltro presente che i nostri piccoli paesi e le nostre piccole cittadine hanno già accolto e dato ospitalità ai migranti giunti in Sardegna, subendo in assoluto silenzio uno stravolgimento epocale, mai visto nella nostra lunghissima storia millenaria.
Nel giro di poche settimane, senza alcun preavviso, si prevede l’apertura di un nuovo centro per il rimpatrio dei migranti presso l’ex carcere di Iglesias in località Sa Stoia. La Regione ha già diramato il progetto del Ministero dell’Interno, volto a sistemare i profughi. Un piano che, ancora una volta, appare calato dall’alto senza il coinvolgimento degli enti locali interessati al programma di accoglienza. Una fenomeno che contrasta con l’integrazione dovuta e necessaria, visto che i nuovi arrivi di profughi sembrano presagire a un pericoloso aumento delle tensioni e all’innalzamento dell’allarme sociale, con migliaia di giovani del Sulcis Iglesiente costretti ad emigrare – a causa di una crisi occupazionale sempre più galoppante – ed uno Stato che propone come unica soluzione l’invasione di migliaia di migranti, contravvenendo alle quote già stabilite a livello nazionale e regionale. Non vorremmo che la Città di Iglesias si trasformasse da Città delle miniere e delle Chiese a Città dell’immigrazione. Da cattolici non possiamo sottacere il fenomeno di una migrazione fortemente incentivata ed incanalata da enormi organizzazioni del traffico clandestino di esseri umani. Una situazione che favorisce la speculazione e il lucro sui migranti.
Il Sulcis Iglesiente ha accolto negli ultimi anni diversi stranieri, tra questi migliaia di migranti e profughi in strutture atte ad un’ospitalità all’insegna dell’integrazione e della multiculturalità. Diversi Comuni del territorio hanno fornito alloggi, garantendo il necessario sostentamento e mettendo a disposizione i propri servizi. Si è tentato insomma di accogliere nella maniera più dignitosa tutti quelli che hanno bussato alla porta di un territorio in crisi ma ospitale, anche i più disperati. E’ però doveroso rimarcare come si sia trattato – soprattutto negli ultimi mesi – di una immigrazione caotica e sregolata e di gente povera, per l’evidente incapacità dello Stato Italiano di guidarne le dinamiche. Questa situazione ha ed avrà evidentemente dei grandissimi riflessi sull’immediato futuro. Ricadute che appaiono inevitabili sul mondo del lavoro e sulle assistenze sociali. Le risorse a disposizione dei Comuni sono sempre meno, per una economia che ristagna da anni e per una drastica diminuzione dei trasferimenti statali agli Enti locali. Come già illustrato il territorio del Sulcis Iglesiente è strangolato da una crisi economica e sociale che stanno mandando al tappeto intere famiglie di imprenditori, di commercianti e di artigiani locali. Una sofferenza che ha ormai sfasciato il tessuto industriale con fenomeni di disoccupazione mai visti prima dalle nostre parti. Abbiamo anziani e disabili che faticano a far fronte alle spese sanitarie, gente che non riesce a pagare le bollette, giovani disperati senza alcun futuro che molte volte sono costretti a fuggire dalla Sardegna per tentare di porre rimedio ad un destino già scritto di povertà e sofferenza.
Si richiede a S. E. Prefetto di Cagliari un incontro urgente con il fine di manifestarle tutta la preoccupazione sull’imminente apertura di un Centro per migranti a Iglesias e sull’emergenza relativa all’arrivo dei profughi nel Sulcis Iglesiente e un intervento tempestivo presso il Ministero dell’Interno perché, valutata la situazione, blocchi nuovi arrivi sul territorio isolano e del Sulcis Iglesiente, riequilibrando le presenze a livello nazionale e riconsiderando il criterio di ripartizione dei migranti con regole certe e razionali.
Gianluigi Rubiu – Consigliere regionale Udc
(admaioramedia.it)