Un esempio di possibilità di sviluppo del turismo viene dal golf, ormai un moderno fenomeno di massa e se Regione ed imprenditori riuscissero a capirne la valenza sarebbe un grosso risultato per l’economia della Sardegna.
Il golf non è uno sport per pochi ricchi, vi sono milioni di golfisti e molti nel periodo invernale non possono giocare e vanno nei paesi dove questo è possibile: nelle Baleari vi sono più di venti campi, in Sardegna neanche dieci, dei quali quattro a 18 buche. Purtroppo vi sono delle difficoltà, soprattutto la competenza non è dell’Assessorato del Turismo, ma dell’Urbanistica che non lo considera un investimento produttivo ma immobiliare per cui esistono regole e limiti precisi. Però, se non vengono costruite nuove case e appartamenti non c’è alcun motivo di intervento urbanistico e di limitazioni. Anzi, semmai si tratta di una forma di trasformazione agricola, le uniche costruzioni sarebbero le club house ed i locali di servizio, ma si tratterebbe di superfici irrisorie.
Gli albergatori dovrebbero prendere l’iniziativa creando un congruo numero di campi di golf per attirare turisti-golfisti e far lavorare gli esercizi ricettivi esistenti. Occorre fare un sistema con un certo numero di campi nelle zone con elevata attrezzatura ricettiva, da realizzare senza investimenti immobiliari – cioè senza costruzione di ville e abitazioni, ce ne sono fin troppe – su terreni pubblici non utilizzati (ve ne sono dappertutto, della Regione o di enti regionali o di enti locali) e non pregiati, sulle coste, con un’adeguata organizzazione per coprire i costi della costruzione e della gestione. I terreni dovrebbero esser concessi ad associazioni, cooperative o simili, formate dagli stessi enti proprietari dei terreni, dagli albergatori locali, da imprenditori, dai lavoratori. Ovviamente senza creare carrozzoni.
Si può fissare un obiettivo: con 30 campi si potrebbero avere un milione di presenze all’anno, pari a circa un 10% delle attuali, con circa 4-500 lavoratori occupati. Per il finanziamento ci si può rivolgere al Credito sportivo del Coni, che può concedere mutui a condizioni agevolate. Il maggior problema è farli lavorare richiamando i turisti-golfisti che con le quote di ingresso (green-fee) ripagherebbero l’investimento e le spese: non è semplice e facile ma si può fare. Certamente tutto questo non cade dal cielo, non è facilissimo, bisogna impegnarsi per raggiungere tale risultato, ma è assolutamente possibile. Occorre creare una buona organizzazione, appoggiandosi a specialisti del settore: ve ne sono parecchi tra cui un’agenzia specializzata di Milano, creata proprio da un sardo, operante in tutto il mondo “Golf Vacanze”, in grado di collaborare ad un progetto del genere.
Gianfranco Leccis
(admaioramedia.it)
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