Dopo ventisette anni, un po’ di verità sulla tragedia del Moby Prince in cui hanno perso la vita tra equipaggio e passeggeri 140 persone.
In un incontro che si è tenuto ieri al municipio di Cagliari, l’ex senatore Silvio Lai ha esposto i risultati dell’indagine svolta negli ultimi due anni dalla Commissione d’inchiesta da lui presieduta, ribadendo che per 27 anni i familiari delle vittime del Moby Prince sono stati presi in giro perché tante prove sono state cancellate per oscurare una verità scomoda. Il caso Moby Prince dimostra per l’ennesima volta che viviamo in un Paese che spesso e volentieri oscura la verità e sacrifica i diritti della gente comune sull’altare dei potentati.
Eppure, dopo 27 anni di bugie, la vicenda Moby Prince, con l’interessamento di tanti politici e giornalisti, sta facendo emergere un aspetto positivo di cui questo paese ha estremo bisogno: esistono anche una buona politica e una buona informazione d’inchiesta che hanno saputo dare voce alla rabbia e alla disperazione dei familiari delle vittime, arrivando a riaprire un caso chiuso troppo frettolosamente e superficialmente. È auspicabile che ora anche la magistratura segua l’esempio e non lasci impunita una strage, che poteva essere evitata con un po’ di buon senso.
Alessandro Zorco
(admaioramedia.it)