Posti di lavoro in Sardegna a rischio dopo la fusione tra le compagnie telefoniche Wind e Tre: l’azienda ha annunciato l’esternalizzazione del servizio di customer, che finora aveva sede a Cagliari con 400 persone occupate. Nonostante durante la presentazione del piano industriale, nei giorni scorsi, sia stato illustrato un ricavo di circa 6 miliardi e mezzo di euro, oltre a nuove acquisizioni di fette di mercato (34 milioni di clienti ed una fetta di mercato che sfiora il 30%) e nuovi investimenti (7 miliardi nei prossimi 6 anni).
La vertenza (riguarda anche le sedi di Palermo, Roma e Genova) che i lavoratori hanno avviato con l’azienda sta incontrando la solidarietà della politica sarda, al di là degli schieramenti. A cominciare dal Sindaco del Capoluogo: “Le notizie che arrivano dal Ministero del Lavoro preoccupano non poco – ha commentato Massimo Zedda – Prima di tutto per il numero dei lavoratori coinvolti e poi le modalità: l’azienda, dopo la fusione tra due colossi della telefonia e nonostante gli utili, pensa di esternalizzare senza considerare le conseguenze negative per i territori in cui per anni ha operato. La speranza è che la mobilitazione annunciata oggi serva a riaprire margini di manovra nella trattativa tra sindacati e vertici dell’azienda”.
La vicenda è arrivata anche alla Camera dei deputati, dove Pierpaolo Vargiu (Riformatori) ha presentato un’interrogazione urgente al Ministero del Lavoro ed a quello dei Trasporti: “Il paradosso più drammatico è che questa volta non saremmo di fronte ai licenziamenti di un’azienda in crisi, ma ad una deliberata scelta strategica di esternalizzazione di un colosso delle comunicazioni che funziona perfettamente e che ha un mercato in espansione. Sarebbe davvero una beffa se lo Stato, che esercita un’importante funzione da regolatore del settore, non intervenisse immediatamente per garantire certezza al know how e ai posti di lavoro dei dipendenti”.
Anche i colleghi Bruno Murgia e Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia) faranno sentire in Parlamento le ragioni dei lavoratori. Ieri, i due deputati, insieme al consigliere regionale Paolo Truzzu, hanno incontrato i sindacati ed una rappresentanza dei lavoratori, proprio sotto la sede del contact center nella zona industriale di Elmas: “A 400 lavoratori sardi si sta imponendo un’esternalizzazione che sa di anticamera del licenziamento – hanno detto – Abbiamo incontrato donne e uomini entrati 14 anni fa a lavorare per la 3 e che ora hanno famiglia e figli da mantenere. L’azienda non può cancellare così una realtà storica delle telecomunicazioni, nata in Sardegna da Andala e diventata grande grazie all’impegno proprio di queste persone”.
“Non umiliamo i lavoratori sardi”, ha aggiunto Truzzu, che ha preannunciato una mozione in Consiglio regionale per impegnare il presidente Pigliaru ad attivarsi col Governo nazionale per difendere questa realtà lavorativa.
Da sinistra, dopo il parlamentare nazionale Romina Mura (“Non possiamo stare a guardare mentre l’ennesima fusione fra colossi determina, in Sardegna in particolare, la perdita di 400 – 900 in tutta Italia – posti di lavoro mascherata, stavolta con l’esternalizzazione dei lavoratori”), il consigliere regionale Piero Comandini (Pd) ha presentato un’interrogazione urgente: “Non si possono sacrificate la vita di intere famiglie solo per aumentare sinergia di costi e investimenti che poi si traducono in tagli del personale – ha sottolineato – L’azienda mantenga gli impegni assunti nei confronti dei lavoratori con responsabilità sociale e d’impresa e si eviti la perdita anche di un solo posto di lavoro”.
Un invito alla Giunta regionale a difendere i lavoratori è arrivato anche da Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia: “La politica delle esternalizzazioni non può tradursi in una ‘mattanza sociale’ e una realtà che negli anni ha dimostrato professionalità e produttività. Il presidente della Regione segua in prima persona la vicenda, coinvolgendo anche il Governo per scongiurare un nuovo dramma lavorativo, sociale e familiare nella nostra terra”.
Al Parlamento europeo, sarà Salvatore Cicu (Ppe) a portare la vertenza dei lavoratori: “Cagliari e la Sardegna non possono permettersi in alcun modo di perdere nuovi posti di lavoro. Ancora una volta le delocalizzazioni aggressive vanno a discapito degli equilibri sociali del nostro territorio. Regione e Governo assenti. Dobbiamo frenare ogni pericolo di destabilizzazione occupazionale, giungendo subito ad una soluzione che ristabilisca certezze per chi oggi lavora”. (red)
(admaioramedia.it)