Continua la crisi del mercato regionale dei lavori pubblici: nei primi quattro mesi del 2017 il mercato, già ai minimi storici nel corso dell’anno precedente, registra un’ulteriore crollo. I dati del Centro studi della Cna Sardegna dicono che il mercato degli appalti in Sardegna si è ridotto del 48% e del 78% per numero e importi in gara rispetto al primo quadrimestre 2016, scendendo ulteriormente da quelli che erano i livelli più bassi degli ultimi 15 anni.
I lavori di importo compreso tra 150mila ed un milione di euro, che rappresentano più del 90% del numero complessivo delle gare con importo segnalato, si è dimezzato rispetto ai livelli del primo quadrimestre 2016 (già chiuso con una riduzione del 30% rispetto al numero e del 40% rispetto all’importo in gara nel 2015). Nonostante alla fine del 2016 si fosse registrato un timido segnale di miglioramento, “il dato è stato drasticamente smentito – hanno spiegato Francesco Porcu e Antonello Mascia, segretario regionale Cna Sardegna e presidente Cna Costruzioni – In media sono state mandate in gara 56 gare al mese e meno di 13 milioni. I livelli della domanda e della capacità di spesa delle amministrazioni pubbliche sono praticamente dimezzati rispetto al 2015, quando la spesa media mensile era quantificata in circa 110 gare al mese per più di 80 milioni, scese a meno di 80 interventi al mese per circa 40 milioni nel 2016″.
Per l’assessore regionale dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, il crollo degli appalti pubblici in Sardegna è colpa dello Stato, “disordinato e conflittuale ed è la conseguenza diretta di due cose: prima di tutto del nuovo Codice degli appalti che di fatto ha bloccato tutto e poi del Bilancio armonizzato a cui ci hanno costretto e che, come molti presidenti di Regione stanno denunciando, è un nemico assoluto degli investimenti”. (red)
(admaioramedia.it)