Non è mai esistita forza più costruttiva della volontà popolare. Oggi, più che di forza costruttiva, dovremo parlare di forza ricostruttiva. La nostra terra ha un potenziale immenso diviso tra storia, natura e arte. Noi sardi questo lo sappiamo. Lo sanno i nostri occhi ogni volta che incontrano la sagoma di un nuraghe. Lo sanno le mani rugose dei nostri nonni, mani che parlano della natura sferzante, aspra e vitale come le colline battute dal maestrale. Lo sanno i tanti scrittori che con la loro arte hanno reso onore all'essere sardo.
Ma cosa significa essere sardo? Come possiamo lavorare su noi stessi per far si che l'isola ritorni a splendere? Chi è nato in questa terra sa che convivere con le bellezze della Sardegna è tutt'altro che semplice, perché dietro ogni incanto si nasconde la diffidenza, un essere rude che ci accompagna da quando si ha memoria. Lavorare su se stessi per separarci da questa condizione è fondamentale. Oggi, abbiamo a disposizione mezzi di ogni genere per unire menti e braccia, dobbiamo solo capire verso quale obiettivo incanalare la nostra forza. Possiamo così dedicarci a far conoscere la cultura sarda attraverso tutti i suoi aspetti e durante tutto l'anno, un po' come già viene fatto con “Autunno in Barbagia”.
Possiamo informarci su come strutturare associazioni culturali in ogni Comune, così che ogni sardo possa informarsi e avere la giusta voce sui più svariati temi: politica, attualità, archeologia, turismo, economia, ambiente… Non fermatevi alla chiacchiera in famiglia che, per quanto sia costruttiva, è limitata a un ambito circoscritto, abbiate il coraggio di aprire la vostra intelligenza a chiunque voglia confrontarsi su di un argomento. Ricordate che dai nostri nonni abbiamo sempre molto da imparare; sono proprio loro quelli che partecipano alla vita sociale con tutti i mezzi possibili, come l'andare sempre a votare. Informatevi sulla centralità che un tema come la Zona Franca merita di avere, fatelo perché potrete svelare che grazie alla sua istituzione le finanze della Regione e dei sardi andrebbero solo aumentando. Avvicinatevi alla politica così da scoprire che se siete voi a volerlo riprenderà ad essere lo strumento democratico per eccellenza. Davanti ad un nuraghe in decadenza denunciate lo stato di abbandono alla rispettiva Soprintendenza. Riscoprite la bellezza dello stare a contatto con la nostra meravigliosa natura, come contadino, pastore, pescatore o apicoltore.
Io l'ho già fatto e vi assicuro che è rigenerante per l'uomo e per la terra. Siate parte del cambiamento che volete vedere nell'isola. Ognuno di noi ha delle specifiche potenzialità, usiamole per ridare slancio alle nostra economia tutti insieme, il popolo sardo riunito sotto le bandiere dei quattro mori, del tricolore, della fratellanza. Basta mettere un freno alla nostra caparbietà. Ricostruiamo l'isola insieme. Fortza Paris
Silvia Amadori – Budoni