Lo sviluppo economico della Sardegna non può fare a meno dei suoi porti, a partire da quelli del nord dell’Isola. Le stime ufficiali su approdi e transiti nei porti della seconda isola del Mediterraneo rivelano in modo inequivocabile che quello dello shipping è il settore trainante dell’economia isolana, il vero punto chiave da cui tracciare ogni progetto o strategia di rilancio complessivo dell’economia sarda. Un’economia legata in modo indissolubile al suo mare, un mare capace anche nel 2016 e nel primo mese del 2017 di regalare percentuali di crescita da record al sistema dei trasporti isolano.
Vanno letti in questo senso i numeri da record fatti segnare nel 2016 dagli scali di Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres, capaci di movimentare in una sola stagione ben 650 mila passeggeri in più rispetto all’anno precedente, per una crescita complessiva di oltre il 17 per cento. Un exploit ascrivibile anzitutto al porto di Olbia, ormai prossimo a superare la soglia fatidica dei 3 milioni di passeggeri all’anno grazie alle oltre 400 mila unità in più transitate rispetto al 2015. Numeri degni di nota anche per gli scali di Porto Torres (895 mila passeggeri transitati, pari a oltre il 27 per cento in più rispetto al 2015) e Golfo Aranci (circa 600 mila transiti, oltre il 14 per cento in più rispetto al 2015). Crescita ragguardevole anche sul versante dei movimenti nave e del volume delle merci trasportate su gomma (+3,3 per cento rispetto al 2015), con un particolare risalto ulteriore per i dati di Porto Torres alle voci rinfuse solide (un milione di tonnellate) e liquide (oltre 500 mila tonnellate), a testimonianza di un fermento economico complessivo di cui gli scali portuali sono sempre la diretta controprova.
Di certo, lungi dall’essere il frutto di circostanze propizie o una tendenza transitoria, i dati fatti registrare lo scorso anno dal sistema portuale della Sardegna del nord sono ascrivibili a un’onda lunga confermata dai circa 11 mila passeggeri in più transitati nel solo mese di gennaio di quest’anno da e per gli scali di Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres. Un dato a dir poco apprezzabile, che in numeri significa quasi 100 mila passeggeri movimentati, con un incremento del 12 per cento rispetto al dato precedente del 2016. Una crescita record resa possibile grazie alla virtuosità trainante dello scalo di Olbia, capace di registrare da solo 346 movimenti nave tra arrivi e partenze (pari al 7,45 per cento in più rispetto al gennaio 2016, quando i movimenti nave erano stati 322), mentre sul versante del trasporto passeggeri l’incremento record è quello fatto segnare dal porto di Golfo Aranci, con un transito passeggeri lievitato di oltre il 76 per cento, un palese segnale delle tante potenzialità ancora inespresse da questo scalo. Numeri lusinghieri anche quelli di Porto Torres, che passa dai 100 movimenti nave dello scorso anno ai 128 del gennaio 2017, per un ruolino di marcia di tutto il comparto nord isolano che lascia intravedere i segnali di un’altra stagione da record, come peraltro testimoniato dalla prossima apertura di nuove linee di collegamento.
In complesso numeri che alzano l’asticella delle ambizioni degli operatori del comparto, ormai consapevoli del proprio potenziale strategico e di un ruolo da protagonista anche a livello internazionale, a tutto dispetto di istituzioni tuttora incapaci di superare la fase transitoria del commissariamento delle Autorità portuali, a tutt’oggi in attesa di una nomina così tanto agognata da oltre tre anni per l’unificazione a guida unica dei porti dell’isola.
Nicola Silenti
(admaioramedia.it)