La Sardegna è uno sperpero. Possiede uno dei patrimoni archeologici più importanti al mondo e non lo sfrutta. E, ad abundantiam, quasi nessuno conosce la bellezza delle sue foreste pietrificate, forse le più importanti dell’intero bacino del mediterraneo. La foresta pietrificata di Zuri-Soddì, per esempio, risale al Terziario e rappresenta i resti di una vegetazione di savana, del tipo ‘foresta chiara’. Sono state rilevate dieci diverse specie vegetali, appartenenti a sette famiglie (Palmae, Laurinae, Bombacacee, Sapotacee, Anacardiacee, Combretacee, Leguminosae), con esemplari di notevoli dimensioni (Dombeyoxylon oweni, Bombacoxylon oweni Carr., Palmoxylon sardum).
Ancora più interessante, forse, l’area di Perfugas, Laerru, Martis, che occupa un’area di oltre diecimila ettari. Eppure tutto è in abbandono e di turisti neppure l’ombra. Perché una terra di inestimabile ricchezza ambientale e archeologica è così povera di mezzi e di idee?
Il Giardiniere
(admaioramedia.it)