Amo viaggiare, e come me credo la gran parte dei Sardi. Anche per quelli che soffrono del complesso di Robinson Crusoe, pur non cedendo alle volontà ‘isolazioniste’ che una certa politica regionale ha pianificato, ma in estate il problema è come farlo.
Se non ti chiami Andrea Mura, e fai l’onorevole velista con tante stelline appuntate sui galloni, devi fare come fanno tutti i Sardi: metterti in lista d’attesa e confidare nelle stelle… quelle vere. Poi, in estate diventa ancora più ardimentoso viaggiare da e per la terra del vento e del sole, con tutti questi turisti e velisti in giro.
Passare ore a cercare voli su internet, prenotarsi presso le agenzie, partecipare alle novene propiziatorie per trovare un semplice passaggio ponte, è una delle maggiori attività per chi volesse tuffarsi nelle nostre cristalline acque. E non importa a nessuno se sei Sardo emigrato e se hai le ferie solo nei giorni in cui le hanno tutti, se sei studente fuori sede e dopo un anno di studio intenso aneli di sentire il sale del nostro mare sulla pelle. Si viaggia, però, anche per necessità non solo per piacere, ma sembra che questo aspetto non scalfisca minimamente i nostri governanti, quasi che la mobilità non possa essere contemplata tra le necessità di chi vuole venire e tornare dalla Sardegna.
E i prezzi? Avete idea di quanto costi fare la traversata in nave con una macchina e famigliola al seguito? Con la stessa cifra pianifichi una intera vacanza di una settimana viaggio compreso in Croazia. Non ci rimane dunque che la barca a vela, lo skipper lo abbiamo in servizio permanente effettivo. Allora, buon vento.
Biancamaria Balata
(admaioramedia.it)