In questi ultimi tempi ho avuto modo di osservare, studiare e lavorare per cercare la soluzione di una vertenza a me molto cara: la perdita del lavoro di un cospicuo gruppo di amici, colleghi, cittadini della provincia di Sassari, tra cui un buon numero di cittadini algheresi, che, da un giorno all’altro, si sono ritrovati disoccupati.
La prima considerazione che faccio è un aforisma di Papa Francesco: “Non devono esserci poveri e non c’è peggiore povertà di quella che non ci permette di guadagnarci il pane, che ci priva della dignità del lavoro”. Sembra una frase scontata? Non lo è. Ne ho capito la veridicità solo vedendo con i miei occhi ciò che la mancanza del lavoro comporta: capisco il forte senso di disagio, ma ho deciso di non arrendermi a questo sentimento e vorrei non lo facesse nessuno. Alghero ha un altissimo potenziale, ma manca un valore fondamentale per ampliare le possibilità della creazione di nuovi posti di lavoro: l’unione, l’unione tra noi concittadini e la collaborazione tra chi ha le risorse per far crescere l’economia della città e, di conseguenza, la nuova richiesta di manodopera. C’è la necessità di risolvere i problemi della collettività e non del singolo e a questo si può arrivare solo con progetti su base comunitaria, selezionando, mobilitando, rendendo efficiente ed efficace la spesa sociale: sviluppare iniziative al fine di affrontare seriamente il problema Lavoro, partendo da ciò che già abbiamo, facendo affidamento sulle risorse del nostro territorio quali l’agricoltura, la pesca e il commercio, rafforzando l’economia cittadina.
Il baricentro dovrebbe essere il turismo su cui si creerebbero nuove opportunità. Sapete qual è lo strumento grazie al quale potremo risolvere il problema della mancanza di lavoro? È proprio l’unione di cui parlavo prima: concentrarci per il bene comune. Se le aziende presenti sul territorio, gli enti e le associazioni, i comitati, rientrassero in un progetto atto a favorire nuovi investimenti per migliorare l’offerta complessiva, ne trarremmo tutti beneficio e sarebbe un seme che, piantato, farebbe crescere un meraviglioso fiore. Per questi motivi è importante che ogni Algherese tenga viva la speranza di rinnovamento e crescita e dia a se stesso la possibilità di realizzare il sogno che abbiamo in comune: far rinascere dalle ceneri la nostra Fenice, la Riviera del Corallo.
Federica Bandinu – Alghero
(sardegna.admaioramedia.it)