Seconda estate di proteste per l’applicazione delle regole della ‘buona scuola’ del Governo Renzi che coinvolge anche molti docenti sardi. “Non risponde alle esigenze degli operatori scolastici e in particolare degli insegnanti – ha commentato segretario regionale della Cisl, Ignazio Ganga – che con tanto eroismo individuale e con passione meriterebbero una diversa considerazione dalle proprie Istituzioni che invece, con assurde e inopportune pratiche burocratiche, vedono complicata la propria esperienza professionale quando non si ritrovano assegnati a istituti lontani migliaia di chilometri da casa propria”.
Secondo il sindacato, una cinquantina di insegnanti sardi dovranno prendere servizio in altre regioni, mentre da altre zone d’Italia arriveranno almeno 300 colleghi, che prenderanno poto nelle cattedre sarde: “E’ improcrastinabile – ha aggiunto Ganga – che la Regione intervenga sul sistema dell’istruzione regionale con una spinta che lo supporti e lo stimoli verso un profondo processo che tenga conto della specificità culturale, identitaria e, soprattutto geografica dell’Isola. Un progetto per rendere la scuola regionale più vicina alle reali esigenze della nostra popolazione scolastica, che scontano parametri difficilmente calabili sulla complessa realtà sarda, che dovrà marciare in discontinuità con gli attuali orientamenti, radicando tale progetto su un solco costituito da riferimenti valoriali forti che facciano leva sulle ragioni di autogoverno dell’Isola sancite all’interno della nostra specialità statutaria”.
La proposta della Cisl è quella di una nuova legge regionale sull’istruzione per combattere il disagio della scuola sarda: “Irrobustire gli indirizzi regionali sul diritto allo studio e a superare l’affannoso rito annuale delle ‘linee guida per il dimensionamento’, ma soprattutto capace di rilanciare un nuovo progetto di autonomia scolastica per l’Isola che restituisca all’Istituzione educativa l’autorevolezza necessaria a erodere il preoccupante fardello della dispersione che ha oramai toccato la soglia preoccupante del 25%, collocando la Sardegna fra i fanalini di coda dell’Europa che fissa, invece, l’obiettivo della laurea (da raggiungere per il 2020) per il 40% dei giovani dell’Unione”. (red)
(admaioramedia.it)
5 Comments
Nursar70
RT @admaioramedia: Ganga (@CislFNSSardegna ): Con buona scuola renziana 50 docenti sardi in partenza e 300 in arrivo da altre regioni https…
Giovanni Antonio Sechi
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MariaGrazia Gianni Atzeni Strazzera
È allora? Dove sta il problema?meglio di dover espatriare… Finiamola di fare le vittime!!!????????????
Mario Aresu
Che almeno quei 50 potevano rimanere a casa loro..che la (bella ) mogliettina del fiorentino..è rimasta al suo paese..
Elisabetta Baldussi
Così…, giusto per creare un po’ di scompiglio e, magari, mettere i docenti in condizioni di rifiutare la cattedra….. e liberare posti di lavoro per qualche residente amico! Ma si può???