Nei giorni scorsi, il centrodestra ha presentato una mozione in Consiglio regionale sul rischio che l'ideologia gender possa trovare spazio anche nelle scuole sarde, sollecitando la Giunta a vigilare:”Il principio da difendere – hanno spiegato i firmatari – è che riconoscere la diversità tra uomini e donne non significa discriminare, il vero principio dell'eguaglianza non nega l'esistenza delle differenze, non le azzera, ma le accoglie e le valorizza in quanto portatrici di ricchezza e di complementarietà”.
Azione politica che non è piaciuta alla scrittrice Michela Murgia, che, su facebook, ha attaccato i promotori: “In Sardegna è in corso la più grande esercitazione militare degli ultimi 30 anni, 7.000 sardi disoccupati sono emigrati negli ultimi 5 anni, stiamo cercando di difenderci come possiamo da trivellazioni selvagge, inceneritori, speculazione edilizia, isolamento infrastrutturale e dispersione scolastica, ma la priorità per l'opposizione in Consiglio è il pericolo Gender. il subdolo tentativo di professori e presidi di ‘omosessualizzare’ le giovani generazioni con ‘il cavallo di Troia’ della prevenzione del bullismo, della discriminazione e dell'omofobia”.
Immediata la reazione del primo firmatario della mozione, Paolo Truzzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia: “Non paga del tentativo fallimentare di diventare presidente della Regione, la scrittrice Murgia ora vuole diventare leader dell’opposizione indicando ai consiglieri di centrodestra priorità e singole battaglie da affrontare. Se questo non fosse ridicolo sarebbe patetico. Risulta particolarmente penoso che, nel tentativo di screditare l’operato dell’opposizione, si concentri su un evidente refuso nel testo della mozione. Dovrebbe sapere che, a differenza sua, i consiglieri regionali non possono contare su editor capaci che riscrivano al meglio le loro bozze”.
Rincara la dose un altro dei consiglieri firmatari, Marcello Orrù: “La signora Murgia, dopo aver abbandonato migliaia di sardi che le avevano dato il consenso, anziché condurre dall'esterno una battaglia politica contro la giunta Pigliaru che quotidianamente calpesta l'autonomia della nostra regione piegandosi ai voleri del governo Renzi, innesca polemiche politiche contro i consiglieri del centrodestra. Nonostante lei non gradisca, noi andremo avanti con la mozione antigender perché diciamo in maniera chiara e forte no a leggi nazionali che mirano ad introdurre fin dalle scuole materne ideologie deleterie che mirano a influenzare i ragazzi più giovani”.
Per Salvatore Deidda, coordinatore regionale di FdI, “alla scrittrice armata di penna rossa e blu sarebbe bastata una lettura basata più sul merito che sulla forma di un provvedimento che affronta un tema tutt’altro che secondario, per capirne il senso. Se pensa che si possano infilare, in provvedimenti come la famigerata ‘Buonascuola’ di Renzi, norme volte a scardinare dei valori di riferimento di famiglie e cittadini, con il pretesto che ‘i problemi seri sarebbero ben altri’, sappia che noi questo discorso lo ribaltiamo completamente”. (red)
(admaioramedia.it)
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Preferisce la questione taglia 48
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