Non più assistenzialismo ma stessi diritti e pari opportunità rispetto a tutti gli altri cittadini d’Italia. Questo è il messaggio che l’insularità porta con sé e che tantissimi giovani stanno diffondendo sempre più attraverso una comunità di persone competenti e responsabili, nata in poco tempo, ma in grado di comunicare il senso rivoluzionario di questa straordinaria iniziativa.
Forse per la prima volta nella storia sarda, questa battaglia sta unendo tutto il nostro popolo, attraverso il suo carattere trasversale, capace di superare antiche divisioni ideologiche o partitiche. Tantissimi sono i giovani che sottoscrivono la proposta consapevoli delle sue ricadute positive, che moltiplicano il senso di appartenenza e la voglia di riappropriarsi della dignità spesso mortificata dalla carenza di opportunità lavorative. Dobbiamo saper sfruttare al meglio l’Insularità: la Sardegna rifiuta oggi con forza le antiche pratiche dei privilegi e degli aiuti a pioggia e vuole invece ottenere maggiori poteri contrattuali nei confronti dello Stato e della Comunità europea. Sono concetti semplici, ma innovativi, condivisi dalle centinaia di persone che quotidianamente contattano il Comitato promotore e si presentano ai nostri punti di raccolta contribuendo alla crescita dell’iniziativa. Assistiamo ogni giorno ad una piccola rivoluzione culturale che parte dal basso attraverso la costruzione di un metodo di ascolto e di discussione delle proposte nel quale i giovani sono i veri protagonisti. Cresce una nuova classe dirigente pronta a confrontarsi su molteplici tematiche e che, giorno dopo giorno, prende consapevolezza del proprio potenziale.
Una battaglia di civiltà che vede impegnata la nostra Isola insieme a tutta l’Italia, attraverso il senso di appartenenza e di comunità, elementi chiave della proposta di modifica dell’articolo 119 della Costituzione. Un momento di riflessione e di rivalsa nel quale si prende coscienza di tante carenze che i Sardi vivono quotidianamente. Dalla difficoltà nello spostarsi agevolmente per svolgere la propria attività professionale o per recarsi dai propri figli costretti molto spesso a lasciare l’Isola per trovare un occupazione o migliorare la propria istruzione, alla consapevolezza degli ostacoli che gli imprenditori incontrano nell’investire in Sardegna a causa del diverso costo dei trasporti o dell’energia rispetto al resto d’Italia o dell’Europa, con le inevitabili ricadute negative in termini occupazionali. Il nostro deficit di infrastrutturazione aggrava lo svantaggio e provoca limitazioni anche nella sanità, nell’istruzione, nel credito, nell’alta formazione, nell’accesso al mercato del lavoro.
Attraverso l’inserimento del principio dell’insularità in Costituzione possiamo eliminare i disagi, avvicinando la Sardegna all’Italia, rafforzando i rapporti economici a livello internazionale e mondiale. Questi sono i messaggi che da firmatario e promotore della proposta di legge condivido con le persone che chiedono per quale motivo dovrebbero firmare, e ai tanti ragazzi che entusiasti sostengono con forza la proposta, va tutto il mio incoraggiamento affinché continuino in questo percorso destinato ad andare ben oltre il primo traguardo delle cinquantamila sottoscrizioni necessarie per presentare la legge nazionale. Tutti insieme, dobbiamo proseguire questa straordinaria rivoluzione culturale che, partendo dalla consapevolezza della nostra identità, è in grado di trasformare una condizione di svantaggio in risorsa attraverso la nascita di una nuova classe dirigente orgogliosa e consapevole, in grado di cambiare realmente il futuro della nostra Isola.
Matteo Rocca – Coordinatore del Comitato giovani per l’insularità
(admaioramedia.it)
One Comment
Carla Plateo
Tutto molto bello e giusto ma sarà vero solo se basato anche su un sincero ” mea culpa” per ciò che siamo. Solo riconoscendo i propri errori si può migliorare e progredire.