Con 495 voti a favore, 119 contro e 25 astenuti, la Risoluzione sul riconoscimento della condizione di insularità per le isole europee ha superato l’esame dell’aula di Strasburgo. Un importante passaggio politico che riguarda da vicino anche la Sardegna e lo dimostra l’interesse, ed anche i dubbi e le curiosità, che la notizia ha destato in tutta l’Isola. Per Salvatore Cicu, europarlamentare del Partito popolare europeo che ha presentato la Risoluzione, “un giorno importante, un risultato centrale per il futuro dei sardi”. Infatti, “a seguito della modifica del trattato di Lisbona, il Parlamento è divenuto co-legislatore, questo significa che assieme al Consiglio, ha il potere di emendare e bloccare le proposte della Commissione europea che si ritengono inappropriate. La Risoluzione è lo strumento che consente di esprimere una forte volontà, quella dei cittadini che eleggono i deputati, alla Commissione, che detiene l'iniziativa legislativa ed ha il dovere di accogliere la Risoluzione del Parlamento e di trasformarla in proposta legislativa”.
“Il Parlamento – ha spiegato Cicu – in qualità di co-legislatore, è chiamato anche a negoziare e modificare i Regolamenti europei, che definiscono nello specifico quanto soldi saranno assegnati alle Regioni attraverso il Bilancio dell'Unione europea. Attualmente, i fondi dedicati alle Regioni Insulari sono gli stessi delle Regioni montuose, rurali e/o periferiche. Questa impostazione non può più essere accolta. La Sardegna, come le altre regioni insulari, è un'Isola circondata dal mare, che soffre handicap geografici specifici e permanenti. Perciò, ho chiesto che, in vista della prossima programmazione (fra qualche mese), le isole vengano considerate quali territori specifici in virtù della loro condizione di Insularità e ad esse siano destinati finanziamenti dedicati per trasporti, energia, formazione, istruzione, piccole e medie imprese, ricerca e innovazione”.
Nel Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, l'articolo 174 già riconosce gli handicap della condizione di insularità, ma grazie all’approvazione della Risoluzione si potrebbero ricevere specifici finanziamenti “da destinare alle isole in quanto tali, attraverso l'istituzione di una categoria omogenea composta da tutti i territori insulari non più assimilabili ad altri tipi di territori che non siano isole. Solo in questo caso, infatti, è possibile sopperire agli svantaggi dati dall'insularità: accesso al mercato, elevatissimi costi energetici e di trasporto per persone e merci, assenza di competitività, assenza di investimenti, arretratezza in termini di ricerca e innovazione, quindi di opportunità di crescita e di creazione di nuovi posti di lavoro”.
Tra gli obiettivi della Risoluzione anche la predisposizione di un Quadro strategico europeo per le isole, che fornisca i principi guida con cui i Fondi strutturali e d'investimento europei contribuiscono alla strategia dell'Unione, mirando ad inserire all'interno delle priorità dell'Ue l'attivazione di politiche europee specifiche a sostegno delle Isole; un’Agenda per le isole europee, che fissi le priorità e fornisca strumenti finanziari specifici per attuarli concretamente; la pubblicazione di un Libro bianco, documento della Commissione europea che contiene proposte d'intervento dell'Ue in un settore specifico. Il cammino della Risoluzione non è stato semplice perché inizialmente c'era stata l’opposizione del Gruppo socialista (del quale fa parte anche il Pd), perciò “ho dovuto ripresentare la mia proposta ben tre volte alla Commissione Regi – ha raccontato il Deputato del Ppe – Ho fatto bene, perché alla fine sono riuscito a convincere i colleghi tedeschi dell'importanza dell'iniziativa. Ho scritto di mio pugno la Risoluzione, perché solo un Isolano poteva spiegare dinnanzi ad un'intera Aula riunita in Sessione plenaria quali concretamente siano le difficoltà per un cittadino europeo che vive in un'Isola. Prima ho trovato il totale appoggio del mio Gruppo, quello dei Popolari, poi quello dei Socialisti, dei Verdi, dell'Efdd (del quale fa parte il Movimento 5 stelle, ndr), della Sinistra europea (del quale fa parte l’Altra Europa con Tsipras, ndr) e dell'Enl (del quale fa parte la Lega, ndr). I colleghi Italiani mi hanno sostenuto e c’è stato un risultato storico con una maggioranza schiacciante”.
C’è, ovviamente, la consapevolezza di aver iniziato un percorso, seppure nel migliore dei modi: “La mia battaglia in questi mesi è andata avanti col solo mio impegno, nonostante le sollecitazioni avanzate più volte, ed ho fatto la mia parte – ha sottolineato l’Europarlamentare sardo – Dopo la lettera che nei giorni scorsi ho inviato sia al presidente Pigliaru che al presidente Renzi, ho apprezzato il segnale che è arrivato dal Governatore con la sua risposta. Ora, però, è necessario un dialogo col Governo nazionale per un impegno comune destinato ad ottenere vere compensazioni per la Sardegna. Soprattutto, intervenendo su due aspetti: la reale applicazione dell’articolo 174 e la rivisitazione dei criteri da prendere in considerazione oltre il Pil, così da inquadrare meglio la situazione occupazionale ed economica della Sardegna”. (fm)
(admaioramedia.it)
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