Un bando per l’innovazione senza particolare fortuna. Prima l’annullamento, da parte di Sardegna ricerche in autotutela, della versione pubblicata ad inizio aprile, motivato con problemi tecnici, che in un primo tempo avevano indotto a posticipare i termini di presentazione e poi avevano determinato la chiusura dopo appena due ore per esaurimento dei fondi.
Era quindi arrivato l’annuncio con enfasi dell’assessore regionale della Programmazione, Raffaele Paci, di un nuovo bando (pubblicato prima di Pasqua) con una maggiore dotazione finanziaria: 25 milioni di euro, invece dei 6 previsti nell’originale stesura. “In dieci giorni abbiamo rielaborato e riproposto un bando che, nonostante i disagi dovuti all’annullamento, ci aveva messi di fronte a un dato estremamente positivo”, aveva detto l’Assessore.
Ciò nonostante, dall’opposizione due consiglieri regionali avevano criticato anche la nuova versione del bando “Aiuti per progetti di ricerca e sviluppo”: “Stravolge il precedente, non semplifica e penalizza le micro e piccole imprese. Inoltre è stato scritto disattendendo il regolamento europeo cui fa riferimento – aveva denunciato Michele Cossa dei Riformatori – Non c’è alcuna semplificazione, il bando è stato profondamente modificato nei contenuti e soprattutto nella quota di cofinanziamento privato, che è stata accresciuta in modo sostanziale. Con la conseguenza che le imprese interessate saranno costrette a riformulare i progetti”. “Il nuovo bando è un pasticcio – aveva aggiunto Paolo Truzzu di Fratelli d’Italia – Stravolge i criteri di assegnazione dei contributi e costringe in breve tempo i vecchi partecipanti a ripresentare stravolgendoli nuovi progetti. Non possono essere le imprese sarde a dover pagare il pressapochismo di Paci e degli uffici regionali”.
Ma il colpo di grazia alle dichiarazioni trionfali del vicepresidente della Giunta regionale Paci è arrivato da un documento di Confindustria Sardegna, inviato in forma privata all’Assessore, che segnala forti criticità derivate proprio dalle modifiche: “Minano le aspettative di molte imprese che da tempo attendevano questo importante strumento di sostegno a favore della ricerca, rischiando di pregiudicare seriamente l’efficacia della politica regionale in materia”.
Tra le modifiche introdotte, che Confindustria considera penalizzanti, la riduzione della dimensione massima dei progetti ammissibili; la diversa articolazione degli aiuti concedibili; l’inserimento del limite massimo del 50% dei costi relativi alla ricerca industriale rispetto al totale del progetto; la modifica dei termini per il soccorso istruttorio in sede di verifica di ricevibilità della domanda, che rende la relativa tempistica maggiormente aleatoria.
“Un sistema di modifiche peraltro non pienamente comprensibili alla luce del condivisibile incremento della dotazione finanziaria complessiva – scrive Il presidente Alberto Scanu, che ha auspicato un intervento urgente per recuperare le condizioni del bando precedente – Purtroppo l’insieme di tali modifiche danneggia fortemente le imprese che hanno elaborato programmi di investimento complessi, già correttamente presentati a valere sul bando annullato e che fin dalla predisposizione del progetto hanno investito significative risorse, non solo economiche, ed assunto specifici impegni. Imprese che hanno elaborato progetti seri ed articolati cui viene imposta una riformulazione in tempi estremamente ristretti con riduzioni che comporterebbero di fatto uno snaturamento degli interventi e differenti impegni finanziari richiesti dalla variazione delle percentuali di aiuto”. (fm)
(admaioramedia.it)