Nuorese di nascita, sassarese di formazione, cagliaritano di adozione. Non poteva che rappresentare tutti i giornalisti sardi al vertice dell’Assostampa regionale ed infatti, lo scorso 14 dicembre, Celestino Tabasso é stato eletto presidente del Sindacato di categoria. 43 anni, gran parte dei quali trascorsi nelle redazioni del settimanale sassarese Otto pagine, del Quotidiano di Sassari, ma sopratutto de L’Unione Sarda, prima a Sassari, poi a Cagliari. Da quasi un decennio impegnato nel Sindacato, é sembrato la logica e condivisa successione a Francesco Birocchi, a sua volta nominato presidente onorario, caso unico nella storia dell’Associazione della Stampa Sarda: «Colpa sua che, rinunciando al quinto mandato consecutivo, ha lasciato libera la carica», precisa sorridendo il neo Presidente.
Tabasso non poteva scegliere periodo peggiore per occuparsi di contratti e di lavoro. Tanto per capire l’aria che tira, basta ricordare che, tra le tv, l’editore di Sardegna 1 ha fatto strage di dipendenti, con buste paga e tfr ancora da regolarizzare, Cinque stelle Tv Sardegna a dicembre ha sospeso le trasmissioni, riprendole pochi giorni dopo, ma gli stipendi sono ancora in un equilibrio precario, a Videolina, certamente la meno problematica, sono partiti i contratti di solidarietà.
«In Sardegna abbiamo vissuto altri periodi brutti, come in occasione del fallimento di Epolis, con pesanti ripercussioni su pluralismo ed occupazione – ricorda Tabasso – Ma ho ritenuto opportuno e giusto mettere esperienza e competenza accumulate a disposizione della categoria. É un periodo strutturalmente brutto, con problemi seri per le tv e problemi concreti per il cartaceo. Ma sono convinto che paradossalmente qualcosa di positivo possa venir fuori. Sono relativamente ottimista, i Sardi continuano a leggere i giornali ed avendo un’identità forte si nutrono ancora di informazione locale».
Fatte le debite premesse, il neo Presidente sa bene cosa lo aspetta: «Dobbiamo confrontarci con editori e politica, non solo su contratti e licenziamenti, ma sul futuro dell’informazione in Sardegna. La nostra Isola è una miniera di intelligenze, sarebbe un peccato non schierarle in campo. Dalla crisi deve uscire un nuovo modello e se saremo capaci contribuiremo a disegnarlo, altrimenti ci cadrà addosso e lo subiremo».
A dicembre, il Consiglio regionale ha approvato un provvedimento che ha portato linfa vitale nelle casse degli editori televisivi, col pretesto della diffusione della cultura sarda: «La politica può dare sollievo al settore – tiene a precisare Tabasso – ma non é la soluzione strutturale. Peraltro, devo rammaricarmi che, in questa importante occasione, la 2^ Commissione regionale, che ha redatto il disegno di legge, non ha ritenuto di sentire il parere dell’Assostampa. Abbiamo protestato ed ora legittimamente ci aspettiamo di poter dire la nostra, non solo sulla prossima iniziativa legislativa che dovrebbe riguardare l’intero sistema dell’editoria sarda, ma sopratutto sul regolamento di attuazione delle legge approvata. Dovranno essere premiati gli editori virtuosi e quelli che intendono diventarlo, risultando in regola col pagamento di contributi e tfr, ma anche col rispetto dei diritti dei lavoratori».
Nell’Isola, l’informazione ‘on line’ ha conosciuto un’inaspettata fioritura negli ultimi anni. Conseguenza sopratutto della crisi di alcune iniziative cartacee e televisive che hanno ‘convinto’ tanti giornalisti a rifugiarsi nella rete. Sia le recenti iniziative, che i pionieri dei primi Anni Duemila (come proprio Ad Maiora Media) hanno finora resistito, tra alterne vicende, senza provvidenze pubbliche, ma la necessaria professionalizzazione, i consolidamenti redazionali e le crescenti esigenze tecnologiche richiedono nuove risorse: «Si tratta di una fioritura importantissima ed ogni collega che si tuffa in questa avventura é un contributo ad un’informazione corretta e professionale, proprio in quel mondo dove girano troppe ‘bufale’. I giornalisti on line sono come ‘missionari’ in un nuovo mondo, ma, oltre che ‘evangelizzare’, ovviamente devono anche trovarsi da vivere. É una sfida difficile che come Assostampa vogliamo affrontare. A breve, come direttivo regionale, faremo una riflessione perché è necessario approfondire e saper valutare le esperienze di informazione on line, anche in base a parametri come la regolare registrazione in Tribunale, la periodicità di aggiornamento ed i contenuti. In Sardegna, c’è un pesante ritardo culturale che va affrontato, visto che finora la classe dirigente sarda ha preferito finanziare ‘reality show balneari’».
Con la sua elezione, la guida dell’Assostampa é passata da un giornalista della Rai, azienda di Stato, ad uno che lavora nell’azienda editoriale più forte dell’Isola, con forti interessi economici anche in altri settori. Ma Tabasso non é assolutamente preoccupato: «Se dovessi accorgersi dell’ombra di un problema in quanto dipendente dell’Unione Editoriale, pretenderei da me le mie dimissioni. Ma, vista la mia esperienza di confronto sindacale leale all’interno dell’Azienda, credo che non sarà necessario».
Fabio Meloni
(admaioramedia.it)