Corto circuito a sinistra sui ritardi nel rinnovo della convenzione tra Regione e Rai, che se non verrà firmata entro aprile porterà, come annunciato da viale Mazzini, ad una inevitabile fine dei programmi regionali.
Appena ieri, l’assessore regionale della Cultura, Claudia Firino, annunciava: “Abbiamo discusso e trovato un accordo su alcuni dettagli, dunque firmeremo la convenzione in tempi brevissimi”. Rassicurando così sul proseguimento della programmazione, che “rappresenta un esempio di diffusione culturale di alta qualità alla quale non intendiamo rinunciare”, aveva aggiunto l’Assessore.
Ma oggi, da Roma, il senatore del Pd, Silvio Lai, si è felicitato per la mancata firma (“La Firino ha fatto bene a non firmare la vecchia convenzione coi tagli unilaterali offensivi voluti dalla Rai, sarebbero soldi buttati") ed ha spiegato che “nel nuovo contratto di servizio RAI, firmato nel 2014, grazie agli emendamenti dei senatori Pd, è stato inserito il sardo tra le lingue per le quali prevedere l'intervento di tutela del servizio pubblico. Si apre una nuova stagione di opportunità anche lavorative e professionali che la Giunta non può farsi scippare.”
Perciò, secondo Lai, la Regione deve recitare un ruolo più attivo: “Serve una convenzione di servizio regionale totalmente nuova, finanziata dallo Stato come prevede la legge, sottoscritta tra Rai, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Regione. Quest'ultima non stipula una convenzione a parte ma può decidere, se lo ritiene necessario, di integrare il finanziamento. In questo contesto la Regione si siede ad un tavolo tra pari e decide la programmazione che ha un tenore e un rango differenti da quello sinora avuto, anche un'organizzazione distinta e strutturata come avviene in altre regioni.”
“Sulla vecchia convenzione – ha aggiunto Lai, con uno slancio premuroso di attenzione alla sua Città – la Regione ha fatto bene a bloccarla sia per valutarne una nuova, alla luce del nuovo contratto di servizio, sia perché la Rai ha deciso unilateralmente di cambiarla, prevedendo di cancellare l'utilizzo della sede di Sassari che era previsto nella convenzione predisposta nel 2014 e accettata dalla Rai. Era già stata rispedita al mittente la volontà della Rai di chiudere la redazione nel nord dell'Isola perché gravemente lesiva della possibilità del servizio pubblico di garantire una informazione regionale che si é già ridotta al lumicino in termini di voci e pluralismo, anche territoriale.”
Infine, il senatore Pd detta la linea alla Giunta regionale: “Se non viene ripristinata la convenzione nella sua forma precedente, anche alla luce del nuovo contratto di servizio, non si vede perché la Giunta Regionale debba piegarsi ad accettare la modifica unilaterale di un contratto che fornirà un servizio gravemente ridotto. Si agisca in tempi brevi ma soprattutto si intervenga in modo adeguato e garantendo alla Sardegna le stesse opportunità e le stesse condizioni offerte alle altre regioni.” (red)
(admaioramedia.it)