“Il nuovo protocollo sulla chimica verde deve essere lo strumento che deve consentire al territorio di ottenere da Eni investimenti sostitutivi a quelli previsti nel precedente documento e mai attuati. Impegni che erano stati assunti e che sono stati disattesi. L’occasione data dalla necessità di riscrivere il protocollo del 2011 deve essere colta fino in fondo e si deve partire da un presupposto: Eni non può dettare regole e imporre volontà in un territorio con il quale ha un altissimo debito, in termini di inquinamento e utilizzo del suolo e di impegni spesso rimasti solo sulla carta”. Lo afferma in una nota il senatore del PD Silvio Lai, condividendo le preoccupazioni espresse nei giorni scorsi dalle segreterie territoriali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil sul futuro della chimica verde e sull’intero settore industriale nel nord Sardegna.
I sindacati confederali, in un dettagliato documento, hanno denunciato l’inerzia istituzionale che attualmente paralizza il comparto industriale del nord dell’isola, con “ben 1,2 miliardi di euro di investimenti accordati, definiti e ancora non spesi, fra i due siti industriali del nord: Petrolchimico di Porto Torres, in mano all’ Eni, e la centrale elettrica di Fiume Santo, oggi proprietà dei cechi di EP Produzione”.
“In questi mesi più volte abbiamo richiamato il tema degli investimenti sul fotovoltaico che Eni ha annunciato di voler avviare anche in Sardegna – scrive Silvio Lai -. Annunci che non possiamo negare abbiano suscitato in noi non poca perplessità. Ci siamo domandati, e lo abbiamo fatto anche pubblicamente, il motivo per il quale questi progetti venissero ufficializzati dall’amministratore delegato di Eni senza che il nuovo protocollo fosse ancora scritto e firmato. Non è pensabile che un’iniziativa di questo tipo possa andare avanti senza un confronto chiaro su quelli che saranno i benefici per il nostro territorio. Il rischio è sempre lo stesso: si annunciano investimenti per il territorio ma si comincia a realizzare quel che interessa prima di tutto ad Eni, in questo caso gli impianti fotovoltaici. Noi diciamo che questa volta si deve partire da quello che interessa al nostro territorio. Da questo punto di vista apprezziamo le parole chiare e nette pronunciate dall’Assessore Piras e che sappiamo essere condivise anche dal Presidente della Giunta. Capiamo anche le preoccupazioni espresse in questi giorni dai sindacati e riteniamo che il loro coinvolgimento anche nella stesura del nuovo protocollo d’intesa possa essere un elemento di forza. Serve un territorio unito per chiudere positivamente una partita che non possiamo che definire di vitale importanza per il futuro economico del nord Sardegna. Ognuno deve svolgere il proprio ruolo se vogliamo che la firma di questo documento diventi non solo sulla carta ma in concreto un punto di partenza per il rilancio della nostra economia”. (red)
(admaioramedia.it)