Dopo la delibera approvata dalla Giunta regionale, la società Cagliari free zone potrà realizzare gli interventi inseriti nel progetto, che ha già ottenuto il nulla osta dell’Autorità doganale di Cagliari. Il Piano operativo prevede la realizzazione dei servizi comuni e la collocazione logistica degli spazi da adibire a servizi generali, infrastrutture che consentiranno l’avvio delle prime attività.
“È un provvedimento importante – ha detto l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras – perché ci consente di individuare e studiare un modello di Zona franca che vorremmo estendere, come previsto dal nostro Statuto, agli altri cinque punti franchi della Sardegna: Olbia, Porto Torres, Oristano, Arbatax e Portovesme. Il punto di Cagliari, insomma, sarà una sorta di ‘laboratorio’ che permetterà alla Regione di capire come integrare le Zone franche con modelli di sviluppo coerenti con le esigenze dei diversi territori”.
Il progetto di Cagliari free zone individua un lotto di 6 ettari all’interno della zona attualmente recintata nella parte posteriore del piazzale di banchina del molo di Levante del Porto Canale. Il lotto sarà recintato su quattro lati e vi saranno due accessi. I costi per le opere da realizzare ammontano a poco meno di un milione e 100mila euro. In particolare, saranno costruite le palazzine e sarà sistemata la viabilità. Interventi anche sui servizi tecnologici, il telecontrollo, l’illuminazione e l’impiantistica.
“Si tratta di una bellissima notizia, un passo avanti significativo verso la creazione della Zona franca a Cagliari – ha commentato Piergiorgio Massidda, presidente di Cagliari free zone – Rimane il rammarico per il ritardo di oltre un anno e mezzo con cui la Regione ha approvato il piano, a fronte dei due mesi impiegati dall’Agenzia delle dogane. Questo però non è il momento delle polemiche ma quello delle ripartenze, il momento in cui tutti insieme dobbiamo far diventare la Zona franca uno strumento di riscatto per la Sardegna, perché si possano creare presto tanti nuovi posti di lavoro. La crisi del Nordafrica, come già accade per le crociere può permetterci di attirare aziende e capitali stranieri per muovere la nostra economia. Oggi la parola d’ordine deve essere velocità. La posta in gioco è altissima, forse irripetibile. A mio pare la Zona franca dovrà coinvolgere quanti più attori istituzionali possibili, aprire a capitali privati e alle più importanti professionalità. Ora, dopo più di 15 anni, il traguardo è veramente alla nostra portata. In settimana riunirò il Cda per valutare i prossimi passi e chiederò un incontro urgente al presidente Pigliaru per valutare insieme il coinvolgimento della Regione”. (red)
(admaioramedia.it)
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