Nel tempo in cui la simbologia conta più del pensiero autorevole e del ragionamento politico, può capitare che una maglietta rossa diventi un emblema rivendicativo. Quindi, visto che anche il presidente Pigliaru, durante il “Sardegna Pride”, ne ha indossata una per “fermare l’emorragia di umanità”, anche in Sardegna si potrebbero utilizzare le magliette colorate per esigere i diritti dei meno fortunati.
Se hai un figlio disabile grave, affetto da sindrome autistica e ne sei tutore o amministratore di sostegno, difficilmente riceverai il sussidio della Legge 20, spettante ai malati psichici, perché l’Isee richiesto in base alle nuove norme, volute dall’Assessorato regionale della Sanità, non prevede più la certificazione dell’utente, ma dell’intero nucleo familiare al quale appartiene. Per questa rivendicazione, dunque, maglietta azzurra per assonanza al colore scelto dalle convenzioni internazionali per questa patologia.
La maglietta zebrata bianconera, come le strisce pedonali, per ricordare ai tanti direttori della azienda sanitaria unica della Sardegna (Ats), tra le poche rimaste in Italia, che la sindrome autistica non è considerata tra le patologie che possano usufruire del tagliando da esporre in macchina per accedere ai posteggi garantiti, magari in prossimità degli ospedali e delle scuole. La maglietta nera, in segno di lutto, davanti alla vergognosa riforma della sanità, che non prevede miglioramenti, ma solo tagli ai servizi fatti sulle pelle dei più deboli.
La maglietta gialla e rossa, come i colori attribuiti secondo la gravità alle emergenze del Pronto soccorso, scomparsi in quasi tutte le postazioni di primo intervento dagli ospedali periferici, che invece finora erano stati funzionali allo snellimento degli interventi. La maglietta viola per rivendicare il diritto ad ottenere i risultati delle analisi in base alla necessità effettiva e non in base all’utilizzo dei reagenti, condizionato dal loro reperimento e dal loro acquisto.
Infine, la maglietta bianca a significare la resa, non delle famiglie dei disabili psichici, ma di questa classe dirigente regionale, sperando che nessuno di coloro che oggi governa in Regione abbia l’ardire di ripresentarsi alle elezioni.
Biancamaria Balata
(admaioramedia.it)