Dopo che il prefetto Morcone, responsabile del Dipartimento Immigrazione del Ministero dell’Interno, ha illustrato il piano operativo per l’organizzazione dei servizi di assistenza e di accoglienza dei cittadini stranieri trasferiti, via mare, in Sardegna con sbarco previsto presso il porto di Cagliari, proseguono i commenti degli addetti ai lavori: “Ancora una volta sentiamo usare, anzi abusare della parola condivisione su un tema in cui si registra la maggiore incomunicabilità, il minimo storico del confronto fra Istituzioni centrali e locali, il top dell’inefficienza e dell’approssimazione: l’immigrazione clandestina”, ha detto Franco Maccari, segretario generale del Coisp (Sindacato indipendente di Polizia).
“Sentiamo annunciare la creazione di hub dal Prefetto Morcone – ha aggiunto Maccari – che azzarda parlare di condivisione di oneri, di scelte e di prospettive di sviluppo di territori che, invece, a ben vedere, già soffrono gravemente per le carenze e le condizioni di quasi abbandono in cui si trovano rispetto all’ondata storica di immigrati, non sono praticamente mai d’accordo sulle soluzioni che il Governo cala loro dall’alto senza il minimo riguardo per le reali necessità dei cittadini locali, e soprattutto pagano unicamente sulla propria pelle il fatto di fronteggiare, da anni ormai, un’emergenza gigantesca senza i mezzi necessari. E questo vale una volta di più per gli appartenenti alle Forze dell’ordine impegnati in queste zone dove già non si riesce a fronteggiare la situazione così com’è, data l’esiguità dei numeri e degli strumenti su cui poter contare”.
“Rispetto alla sicurezza – ha sottolineato il Segretario del Coisp – non abbiamo sentito una sola parola a proposito della creazione di questi hub e vorremmo proprio sapere come si pensa di affrontare la questione. A Cagliari è stata data ufficialmente la notizia della prossima creazione di un hub regionale per lo smistamento e l'accoglienza degli immigrati e la nascita di centri Sprar comunali e parliamo di una regione già provata dall’impatto con l’emergenza immigrazione, in cui già i colleghi impegnati hanno svolto e svolgono tuttora un lavoro titanico, non si sa bene grazie a quale resistenza ultraterrena. Pretendere di andare oltre, creando strutture che sono altamente impegnative sotto il profilo del mantenimento dell’ordine e della sicurezza senza mettere mano agli organici ed alle dotazioni è qualcosa di inconcepibile, ed anche il solo fatto di non dare agli Amministratori locali, alla gente ed ai lavoratori in divisa i dati concreti e reali sui quali misurare le proprie ansie e le proprie preoccupazioni, è il segno della più grande indifferenza e della distanza abissale, evidentemente incolmabile, che esiste fra Roma ed il resto dell’Italia”. (red)
(admaioramedia.it)
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