Erano partiti, a metà novembre, in 13 da Annaba, nelle coste algerine, su un barchino con l’intenzione di sbarcare nella costa sulcitana, ma il mezzo e’ naufragato nella zona di mare a sud di Sant’Antioco, costando la vita a 10 di loro, seppure i corpi finora recuperati siano solamente due.
Il barchino in avaria coi tre superstiti era stato recuperato, a circa 16 miglia da Capo Sperone, da una motovedetta della Guardia costiera. Gli altri dieci algerini si erano gettati in mare per tentare di raggiungere la costa sarda a nuoto.
Nelle ore seguenti, vicino all’Isola del Toro, i soccorsi avevano trovato i cadaveri di un 30enne e di un 40enne. Nessuna notizia degli altri otto. Sulla vicenda, la Procura di Cagliari ha aperto un’inchiesta per naufragio colposo e omicidio colposo plurimo.
I superstiti hanno pubblicato in rete una testimonianza video: “Eravamo 13 persone, tutti dello stesso quartiere (di Algeri, ndr), il viaggio è andato tutto normale. Siamo arrivati in Sardegna durante la notte e abbiamo capito che eravamo vicini al nostro arrivo, vedendo le luci e la città, ma il mare era alto e non siamo riusciti ad avvicinarci. Abbiamo deciso che ci saremo andati al mattino”.
“Abbiamo dormito e quando ci siamo svegliati non abbiamo visto altro che il mare, tutto era scomparso. Sapevamo che eravamo a 70 chilometri dalla Sardegna, grazie al gps. Poi, il motore si e’ rotto e l’acqua ha cominciato ad entrare in barca. Il mare era molto alto. L’isola di fronte a noi era a circa 2 chilometri di distanza. Sei persone si sono tuffate e hanno cominciato a nuotare, passata mezz’ora si sono immersi altri quattro. Dopo 36 ore in mare, noi siamo stati salvati”. (fm)
(admaioramedia.it)