I dati diffusi dalla Prefettura di Cagliari sugli arrivi di immigrati in Sardegna hanno evidenziato che la stragrande maggioranza dei cosiddetti ’profughi’ non hanno diritto al riconoscimento dello status di rifugiato. Appena 53 domande sono state accolte dalla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale: il 2,33%. Ben 1.818 domande rigettate per mancanza dei requisiti, altre 97 (4,26%) per irreperibilità, mentre 79 hanno avuto il riconoscimento della protezione sussidiaria e 230 di quella umanitaria, che viene concessa “in presenza di danno grave ai danni della persona” (per esempio, condanna a morte; tortura; trattamento inumano; minaccia grave alla vita).
“La conferma che le Istituzioni sarde si sono arrese davanti alla folle politica del Governo, facendo della nostra Isola una meta senza sosta dell'arrivo di immigrati – ha commentato Salvatore Deidda, portavoce regionale di Fratelli d’Italia – Ci viene da chiedere, sperando in una risposta, cosa stiano facendo quegli immigrati non reperibili e quelli che non si vedranno riconosciuti lo status di rifugiato, di cosa vivranno? Come si sposteranno dalla Sardegna verso altre mete, se non hanno documenti validi e soldi? Ci domandiamo se lo Stato rimborserà la Regione Sardegna delle spese mediche sostenute da questi numeri impressionanti di immigrati, non essendo questi residenti. Aumenta il degrado sociale, i pericoli e sta aumentando l'intolleranza. Quando ci sarà una politica seria in cui vengono tutelati gli stranieri onesti mentre chi delinque, chi non è in pericolo di vita o la sua nazione non è in guerra, chi non rispetta la legge, viene allontanato e rimpatriato?”
“Chiediamo ai Sindaci un gesto d'orgoglio – ha aggiunto Deidda – Non fate diventare le nostre città e i nostri piccoli comuni i dormitori di un invasione business. La Sardegna va ripopolata aiutando i nostri concittadini a non emigrare, creandosi una famiglia: un lavoro, una casa, un pezzo di terra per i nostri concittadini. Siamo tutti ben coscienti della carità ma stiamo osservando che i veri discriminati sono gli italiani.”
Anche da Forza Italia, arriva un monito alla Giunta regionale: “Ci saremmo aspettati che la Giunta regionale chiedesse al Governo di fare la propria parte – ha detto Alessandra Zedda, vice-capogruppo in Consiglio regionale – invece i rappresentanti dell’Esecutivo Pigliaru escono fuori con un pugno di mosche e un compitino da svolgere o, meglio, da scaricare sulle comunità locali. Desta particolare preoccupazione l’idea di blindare nuovamente il porto di Cagliari per una tensostruttura destinata agli sbarchi, che ci farebbe tornare indietro di 20 anni, quando venne buttata giù l’orrenda inferriata che separava lo scalo dalla via Roma. Pigliaru o chi per lui chieda i soldi per rilanciare la vocazione turistica del water front di Cagliari e non per trasformarlo in un centro di accoglienza”.
Contro l’ipotesi dell’hub regionale al Porto di Cagliari, punto di coordinamento per la gestione dei numerosi arrivi previsti nel 2016, dislocato in diversi punti di attracco nelle aree portuali, anche Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di FI: “Un’idea che bocciamo due volte: perché è inaccettabile che la Sardegna venga usata dallo Stato come muro d’Europa sul Mediterraneo per contenere l’onda d’urto di un’immigrazione incontrollata; perché soffocherebbe la vocazione turistica di un porto, che, fatto tutt’altro che secondario, si trova in pieno centro città. Sul piano politico è inaccettabile che il Presidente della Regione non pretenda un confronto con il Governo su una questione che non può essere affrontata solo dalle forze dell’ordine, dai sindaci e dai volontari, mentre la politica scappa dalle responsabilità. In diciotto mesi sono arrivati nell’isola ben 8.000 migranti, solo in questi casi il Governo si è accorto che esiste la Sardegna. Pigliaru si opponga a nuovi sbarchi”. (red)
(admaioramedia.it)
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