Nei giorni scorsi, le coste del Sulcis hanno registrato alcuni sbarchi di immigrati, provenienti soprattutto dall’Algeria: già 120 arrivi dall’inizio dell’anno, contro i 317 di tutto il 2015. Non solo uomini adulti, ma anche qualche minorenne, addirittura un bambino di appena un anno.
Inoltre, durante la riunione del Tavolo di coordinamento regionale sui flussi migratori non programmati, sono state definite le necessità, considerando gli ineluttabili arrivi nell’Isola determinati dalle operazioni nel canale di Sicilia: oltre agli attuali 2.897, suddivisi nelle 85 strutture di accoglienza sparse nell’Isola, ne serviranno ulteriori 1.938 posti (851 a Cagliari; 496 a Sassari; 329 a Nuoro; 262 ad Oristano). Nella stessa riunione, Il prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, ha anche sottolineato la necessità, entro la fine del 2016, di realizzare un Hub regionale, come punto di coordinamento per la gestione degli arrivi, nell’area portuale di Cagliari, e di individuare, chiuso il Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara), con sede nell’ex aeroporto militare di Elmas, un altro immobile adeguato ed è stata individuata l’ex scuola di Polizia penitenziaria di Monastir. Tra i beni pubblici da destinare a centro di accoglienza per immigrati, a Nuoro si affaccia l’ipotesi di destinare la finora inutilizzata caserma di Pratosardo e le polemiche sono appena cominciate.
Sul fronte sicurezza fa sentire la sua voce il Sindacato autonomo di Polizia: “Ancora sbarchi e nessun intervento per migliorare i nostri organici – ha detto Luca Agati del Sap Cagliari – Ogni sbarco sulle nostre coste, complice una periferia lasciata a se stessa (a Carbonia non si effettua più il turno serale e notturno per mancanza di personale), dalla più piccola barca alla grande nave, accompagna una serie di attività tecniche e burocratiche che impegnano il poco personale già spremuto dalle dinamiche dei mesi scorsi, dovrebbero saperlo il Signor Prefetto e tutti i vertici politici ed istituzionali. Invece assistiamo all'ormai consueto silenzio imbarazzante che ancora una volta dimostra inefficienza e leggerezza nel garantire ai propri uomini standard professionali degni di una polizia moderna. Da otto giorni il nostro segretario generale Tonelli attua uno sciopero della fame proprio per sottolineare la debilitazione dell'apparato della sicurezza e chiedere interventi urgenti volti ad un cambio di rotta, in controtendenza alle inesistenti manovre attuali che hanno portato solo ad un diffuso indebolimento del sistema. Servono uomini e strumenti per lavorare, non le solite frasi di facciata utili solo a prendere in giro i cittadini sulle reali condizioni di tutto l'apparato”. (red)
(admaioramedia.it)
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