Caro direttore Meloni, l’entusiasmo dell’assessore regionale degli Affari generali, Filippo Spanu, “referente politico unico per la gestione dei flussi migratori non programmati” in Sardegna, riguardo alla tragedia in corso nel Mediterraneo, ed alle non soluzioni, e le sue continue dichiarazioni contro i provvedimenti del ministro Salvini (“Siamo molto preoccupati per il taglio del 40%, delineato dal Ministero dell’Interno, dei fondi destinati al sistema di accoglienza dei richiedenti asilo”), insieme alle iniziative pro immigrazione della Giunta Pigliaru, mi ha motivato a scrivere una riflessione.
Dopo che alcuni Stati europei hanno distrutto la Libia nel tentativo di portarci la ‘Democrazia’, la costa libica è diventato un punto di imbarco per i disperati che vogliono venire a vivere in Europa. Questi disperati si imbarcano su canotti, di fabbricazione cinese, privi di chiglia ed inadatti ad affrontare il mare aperto. Il viaggio ha, come tappa intermedia, un naufragio che giustifichi il soccorso ed il successivo trasporto ‘umanitario’ in Europa. Ma con il mare non si gioca: pure quando le numerose navi ‘umanitarie’ concordavano naufragio e soccorso con gli scafisti, i morti per annegamento si contavano a migliaia, una strage intollerabile. Erano sempre di più quanti mettevano a repentaglio le loro vite per ottenere un soggiorno in Europa. Questa strage andava interrotta, ma da parte dei ‘buonisti’ non c’è alcuna proposta sensata, anzi si è andati nella direzione di incentivare le partenze, aumentando la disponibilità ad accogliere i sopravvissuti al tragico viaggio. Mettere a disposizione 35 euro al giorno per persone che, nella loro terra, hanno a disposizione per vivere meno di 1 euro al giorno, non fa che incentivare le partenze e le conseguenti perdite di vite umane.
In Politica occorre saper trovare la soluzione ai problemi, e la perdita di vite umane è il problema più grave che ci sia. Un approccio simile al “No Way” australiano può sembrare disumano ma è l’unico che ha dimostrato di poter far cessare la strage. In Australia chi arriva da irregolare, e quindi violando la legge, non ha alcuna possibilità di poter restare sul suolo australiano: questo ha azzerato le partenze e la perdita di vite umane. Accusare di disumanità Salvini, perché vuole mettere fine alla strage dei viaggi della speranza, è intellettualmente disonesto e politicamente fallimentare. I cittadini italiani hanno capito che, chi incentiva le partenze, ha interessi economici sul business dell’immigrazione, nonostante la strage che lo accompagna. Lo hanno capito già nel 2014, quando è stata resa pubblica la telefonata di Salvatore Buzzi, numero uno della cooperativa “29 giugno”: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”. Salvini ha detto: “Meno partenze meno morti”. Come dargli torto?
Franco Anedda – Cagliari
(admaioramedia.it)
2 Comments
Pasqualino Papas
Ignorantibus!
Elisa Melis
Lo sa, lo sa, e hanno pure le manine in pasta..non offendano la nostra intelligenza