Il tema immigrazione sta diventando quasi monotono, anche se bisogna registrare una maggiore attenzione al problema da settori della società dove per troppo tempo si era mostrata un’eccessiva indulgenza. Il silenzio permane sopratutto sulla sponda ‘sinistra’ della politica regionale, se si fa eccezione per la lodevole, ma timida ed isolata, protesta del presidente Pigliaru. Invece, dai rappresentanti dei partiti che sostengono la Giunta di centrosinistra permane un imbarazzante silenzio. Crescente, invece, la protesta dell’Anci, portavoce dei Comuni sardi, ed infatti ogni giorno si registra la protesta di un’amministrazione comunale (tra gli ultimi, Aglientu, Suni, Norbello) o di gruppi di cittadini, come a Burcei, dove la manifestazione è sfociata nel danneggiamento della struttura, nella centrale via Roma, destinata all’accoglienza di immigrati.
“La soluzione tecnico-giuridica per mandare in crisi il sistema della falsa accoglienza di Renzi e Alfano ce l’hanno in mano i sindaci sardi, sui quali fino ad oggi è stato irresponsabilmente scaricato l’enorme problema della gestione immigrati – ha commentato Marcello Orrù, consigliere regionale del Psdaz, manifestando il sostegno alla scelta dell’amministrazione comunale di Suni che con una mozione in Consiglio comunale ha detto no all’arrivo di immigrati – I comuni si ribellino, non diano più alcun consenso a ricevere immigrati sui rispettivi territori. Servirebbero mozioni assunte dai consigli comunali per chiudere le porte a qualsiasi nuovo arrivo di immigrati sul proprio territorio comunale. Serve un vero e proprio ultimatum ad Alfano che esprima il no della Regione Sardegna a questa politica sull’immigrazione ipocrita e fallimentare che non è accoglienza ma solo business e malaffare”.
Il gruppo consiliare di Forza Italia ha deciso di presentare una mozione in Consiglio regionale per impegnare il presidente Pigliaru ad opporsi ad ulteriori sbarchi nell’Isola: “La quota assegnata alla Sardegna è stata superata, come ammesso tardivamente dallo stesso Pigliaru – ha spiegato Ugo Cappellacci, coordinatore regionale azzurro – Il sistema dell’accoglienza è al collasso e non possono essere sottovalutate le conseguenze se dovesse perdurare nel lungo periodo la politica scellerata di compiere sbarchi di massa in una Regione poco popolosa come la nostra. Una linea irresponsabile e pericolosa del Governo Renzi che mira solo a tenere al riparo i suoi partner europei dall’onda d’urto di una migrazione di massa. L’esecutivo cala decisioni dall’alto e poi scappa dalle responsabilità, scaricando tutto sulle forze dell’ordine, sui volontari e sui sindaci”.
Dopo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno sulle richieste d’asilo, divampa la polemica: “Confermano quello che abbiamo sempre detto – ha evidenziato Salvatore Deidda, portavoce regionale di Fratelli d’Italia – Non si stanno aiutando profughi che scappano da una guerra, ma si stanno spendendo soldi e alimentando un business inaccettabile di uomini che presto, dopo aver visto la propria richiesta respinta, diventeranno dei fantasmi e della manodopera per la criminalità e il mercato nero”.
Su scala nazionale, i dati dicono che, su circa 70.000 domande, solo il 5% dei richiedenti ottiene lo status di rifugiato (dura 5 anni, rinnovabile), il 13% il permesso di soggiorno per protezione sussidiaria (dura 5 anni, rinnovabile, per chi dichiara che rientrando nel proprio paese possa correre qualche rischio) ed il 19% protezione per motivi umanitari (dura due anni, rinnovabile). Perciò, nel 2016, il 63% delle domande è stata respinta totalmente, mentre il 95% non ha alcun diritto allo status di ‘rifugiato’ (vittima di persecuzioni con violazione grave dei diritti umani fondamentali), motivazione principale che si trova alla base della missione europea Frontex. Il 90% dei richiedenti sono maschi, l’88% ha meno di 35 anni, quasi il 60% arriva dall’Africa: la Nigeria è al primo posto con il 17% del totale (11.600 domande), poi Pakistan (7.162 e pochissimi riconoscimenti), Gambia (circa 6.000), Mali (quasi 5.000, con un 60% di respinti), Senegal (4.300), Bangladesh (4.100), Afghanistan (2.500), paese che ottiene circa il 90% dei riconoscimenti, mentre tra coloro che vedono le loro richieste per lo più respinte ci sono anche gli immigrati provenienti dal Ghana e dalla Costa d’Avorio (oltre 1.500 su 2.200). I Siriani, troppo spesso citati a sproposito, che hanno presentato domanda in Italia nel 2016 sono proprio pochi: meno di 800.
“Nonostante questi numeri, permane il silenzio delle Istituzioni sarde e comunali (il Sindaco di Cagliari è sparito) che oramai osservano la Prefettura fare da agente immobiliare nei propri territori – ha aggiunto Deidda – I Sindaci non devono permettere più che nei propri comuni vengano prese decisioni sopra le loro teste e quelle dei cittadini”.
Intanto, il movimento Noi con Salvini ha organizzato per domenica 11 settembre, alle 18, ai Giardini pubblici di Cagliari (viale San Vincenzo), un incontro coi cittadini: “Alla luce dei fatti di cronaca degli ultimi giorni – ha sottolineato il coordinatore regionale Daniele Caruso – vogliamo dibattere sul tema dell’invasione della Sardegna da parte dei clandestini, dei relativi disagi per la popolazione locale e delle eventuali azioni di protesta”. (red)
(admaioramedia.it)
7 Comments
Simone Pisanu
Il problema non è la percentuale…. Il problema è come sono messi………. Cosa combinano tutto il giorno……… Se ne vedono dormire nelle piazze e dormire in alberghi…. Altri in centri di accoglienza che possono tenere 300 persone e sono 2000…… ????????????
Carolina Campari
Carolina Campari liked this on Facebook.
Cry Mameli
Cry Mameli liked this on Facebook.
MarcellOrru2015
“La soluzione tecnico-giuridica per mandare in crisi il sistema della falsa accoglienza di Renzi e Alfano ce… https://t.co/VDLk2je4TC
Barbara Giola
Barbara Giola liked this on Facebook.
Serenella Scioni
Serenella Scioni liked this on Facebook.
Vittorio Furesi
Vittorio Furesi liked this on Facebook.