Dopo lo sbarco di 900 immigrati, ieri a Cagliari, primo del 2017 in Sardegna, trasportati dalla nave norvegese Siem Pilot, anche la Giunta regionale ha fatto sentire la sua voce: “La Regione punta su un modello di accoglienza diffusa sul territorio. Anci e Ministero degli Interni hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa che noi condividiamo. E’ la strada giusta per garantire ai migranti una vera ospitalità e reali opportunità di integrazione”. Così ha commentato l’assessore degli Affari generali, con delega all’immigrazione, Filippo Spanu, presente sulla banchina del Molo Ichnusa al momento dello sbarco e delle operazioni di primo soccorso ed assistenza.
“Per realizzare pienamente un modello di accoglienza diffusa nel territorio regionale è fondamentale il coinvolgimento dei comuni – ha aggiunto l’esponente della Giunta Pigliaru – C’è la possibilità di farlo e su questo punto l’Anci ha dato la sua disponibilità al confronto. Per i minori non accompagnati, che richiedono un’attenzione particolare, con tutte le istituzioni interessate, Prefettura, Tribunale dei Minori, questure, comuni, vogliamo individuare le migliori soluzioni per quanto riguarda le procedure di identificazione e l’accoglienza”.
“La Sardegna vuole fare la sua parte, non possiamo tirarci indietro – ha concluso Spanu – La Regione è impegnata con l’assessorato della Sanità e la Protezione civile. Sono sul campo 40 operatori delle organizzazioni di PC, 12 funzionari e dirigenti della Direzione, 11 persone del Corpo forestale e dieci persone in sala operativa, un’altra cinquantina sono gli operatori del servizio sanitario regionale. Lavoriamo proficuamente con tutte le altre istituzioni per garantire la migliore accoglienza possibile”.
Contro il sistema dell’accoglienza e le politiche sull’immigrazione si schiera Forza Nuova: “La Siem Pilot batte bandiera norvegese – ha sottolineato Riccardo Bosa, responsabile provinciale di Cagliari – e non si capisce quale sia il suo interesse nel traghettare uomini dal largo delle coste libiche, ben lontano dal canale di Sicilia, per portarli in Italia. Qual è il legame ed il rapporto con i trafficanti di esseri umani? Ancora, secondo il diritto marittimo chi viene soccorso in mare deve essere portato in salvo nel porto più vicino, che in questo caso non sono né Lampedusa, né tanto meno Cagliari. Si parla raramente dei disagi quotidiani conseguenti a questi ingenti e continui sbarchi di immigrati, ma la gente comune fa i conti sempre più spesso con paure e preoccupazioni crescenti. Per le vie del centro cittadino, si sono moltiplicati i reati commessi da immigrati: spaccio, scippi, furti e risse sono all’ordine del giorno nelle zone limitrofe al porto, luogo preferito per il bivacco, dopo le 22 le stesse vie diventano quasi deserte, una sorta di ‘coprifuoco’ preventivo, generato dalla paura di subire qualche tipo di violenza”. (red)
(admaioramedia.it)