Non arrivano primi, ma si accodano fattivamente alle parole del presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau e dell’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru ed aggiungono un tassello al progetto di combattere la crisi demografica e lo spopolamento in Sardegna coi flussi di immigrati. Anche la Cgil, infatti, vede “il flusso di migranti come una opportunità da cogliere e non come un fenomeno da contrastare” e propone la sua ricetta: un progetto avviato nell’Alta Marmilla in via sperimentale. “Propone un nuovo modello di accoglienza, diffusa nel territorio e duratura perché incentrata sull’integrazione di interi nuclei familiari di migranti nelle attività economiche e sociali dei piccoli centri delle aree interne – hanno spiegato i promotori – Ciò porterebbe anche alla rivitalizzazione di aree soggette allo spopolamento e darebbe un contributo al calo demografico che caratterizza la nostra regione. Un progetto pilota che il sindacato vorrebbe replicare, con il sostegno della Regione e degli Enti locali anche in altre realtà della Sardegna”.
Perché, ha spiegato, Michele Carrus, segretario regionale Cgil, “abbiamo bisogno di risorse umane in molte attività nelle quali sono carenti e che implicano diversi livelli di qualifiche e specializzazioni. Peraltro, non è vero che il nostro Paese spende cospicue risorse per l’accoglienza dei migranti. La presenza degli immigrati in Italia contribuisce per circa il 9% alla produzione di reddito nazionale, pari a 123 miliardi di euro, venti circa di contributi previdenziali dei quali beneficiano solo in minima parte. Si tratta di cifre decisamente superiori a quanto invece viene investito in politiche di integrazione e accoglienza”.
Seppure, un recente studio del Centro studi ImpresaLavoro, che ha incrociato dati Istat e del Ministero delle Finanze per studiare l’impatto economico degli stranieri in Italia, abbia realizzato un prospetto dove al cospetto di entrate per 16.5 miliardi di euro (7,6 di gettito fiscale, e 8,9 di contributi previdenziali), ci sono uscite in sanità, scuola e servizi sociali (7,8 miliardi), casa e trasferimenti economici (2 miliardi), giustizia e Ministero interni (2,8 miliardi) e debito implicito previdenziale (8,9 miliardi) per un totale di 21,5 miliardi di euro ed un saldo negativo di ben 5 miliardi.
Eppure, Carrus da una parte vede “i piccoli paesi condannati all’estinzione, con la conseguente perdita di un enorme patrimonio sociale, culturale e produttivo” e dall’altra “migliaia di profughi, immigrati, rifugiati, che dobbiamo accogliere e integrare, e non segregare, non solo per evidenti ragioni solidaristiche e umanitarie, ma anche perché rappresentano una vera e propria risorsa”. (red)
(admaioramedia.it)
3 Comments
Maria Bonaria Usalla
Che geni.
Rosalba Serra
Rosalba Serra liked this on Facebook.
Gio Vanna
Gio Vanna liked this on Facebook.