E’ scaduto oggi a mezzogiorno l’avviso pubblico che sollecita le manifestazioni di interesse per “l’affidamento temporaneo del servizio di accoglienza in favore di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale”, emesso dalla Prefettura di Cagliari. I vertici di viale Buoncammino, ben consapevoli, in quanto braccio operativo del Ministero degli Interni, che la Sardegna sta diventando una sede privilegiata degli sbarchi degli immigrati salvati davanti alle coste libiche, hanno pubblicato l'avviso lo scorso 12 agosto.
“Stante il perdurare dell’emergenza migratoria nella penisola si deve urgentemente procedere all’individuazione di ulteriori strutture temporanee da utilizzare nell’ipotesi che vengano assegnate ulteriori quote di migranti nell’ambito di territori di competenza”, dice l'Avviso, poi una volta esaminate le proposte sarà l’ora delle convenzioni. Le strutture, finora autorizzate dalla Prefettura di Cagliari, sono 61 e su alcune gestioni erano state già sollevati alcuni dubbi. A giugno, lo fece Pier Franco Devias, esponente indipendentista (candidato alle ultime regionali come presidente), che, nella sua pagina facebook riferendosi a Valledoria, ricordò che l'ex ospizio fu affidato alla cooperativa romana “Tre Fontane”, facente parte del Consorzio delle cooperative sociali Casa della Solidarietà, che “con la cooperativa cattolica Domus Caritatis gestisce un giro d'affari di circa 50mila euro al giorno sulla gestione dell'immigrazione e sono state travolte dallo scandalo di Mafia Capitale sulla gestione dei migranti.”
La stessa Cooperativa romana, a marzo, fu al centro di polemiche per lo stesso motivo e rinunciò a partecipare al bando della Prefettura di Pisa per l’accoglienza di 70 profughi in un ex albergo di Santa Croce sull’Arno. In quel caso, fu l’associazione “Africa Insieme” a denunciare che “la Casa della Solidarietà, insieme a Domus Caritatis ed al Consorzio Erichnes (quello dell'ormai famoso Salvatore Buzzi, mente dell'impresa 'Mafia Capitale', nda), si spartivano, secondo un rapporto della Ragioneria dello Stato, più di 30 milioni di euro per la gestione dell’emergenza abitativa: soldi che uscivano da delibere e convenzioni del Comune di Roma, in via diretta e senza bandi di gara."
Sullo stesso tema è tornato alla carica anche il deputato di Unidos, Mauro Pili, che ha anche preannunciato un’interrogazione parlamentare: “Con gli immigrati sbarcano in Sardegna anche le società continentali alla conquista di appalti e denari. Alle spalle dell’accoglienza anche nell’isola si affaccia il grande affare delle società legate al giro romano e non solo”. "A Sassari – ha spiegato – agisce un raggruppamento temporaneo d’impresa legato a filo doppio con la grande rete di Buzzi e compagni: con la Tre fontane di Roma, Senis Hospes di Potenza e Bari. Società ben informate che ricercano immobili autorizzati per alloggiare massimo 20 persone e poi ne stivano 5 volte tanto. Tutto nel pieno dell’illegalità, fuori da qualsiasi parametro di sicurezza”.
“Bastano due appartamenti in affitto, trasformati non si sa come in residenza per accoglienza, per fare l’affare. Si fanno assegnare dieci migranti, ovvero 350 euro al giorno per trenta giorni. Diecimila euro al mese. Per appartamenti affittati a meno di mille euro. Guadagno pulito come nessuna rendita può garantire. Pasti acquistati con catering a pochi euro al giorno. Capita in Sardegna. In strutture di accoglienza prese in affitto e offerte alle prefetture in cambio di contratti molto spesso almeno trimestrali”. E cita il caso della società, con sede a Macerata, gruppo Umana Solidarietà “G. Pauletti”, sbarcata in provincia di Cagliari gestendo quattro abitazioni a Cagliari e Selargius (come avevamo segnalato il 17 luglio): “Posto per 30 migranti per 31.500 euro al mese – ha detto il deputato di Unidos facendo i conti – Se riescono a mantenere occupate le abitazioni dal giorno del contratto sino a fine anno il guadagno sarà di quasi 200.000 euro”. Poi, anche i casi di Assemini e Capoterra, dove l’associazione Pueblos United Nations, con 38 posti : “Una casa indipendente da sola fa guadagnare ben 176.000 euro in sei mesi. Un giro pazzesco di denaro affidato a chi decide di mettersi in affari e sfruttare il grande business foraggiato dallo Stato e non solo. Ma l’elenco è lunghissimo”.
Le procedure prevedono il parametro dell’offerta economicamente vantaggiosa, ma finora in Sardegna le proposte sono al di sotto delle esigenze ipotizzabili, cosa che fa presagire un ulteriore ‘sbarco’ di società ed associazioni con consolidata esperienza nel settore, ed inevitabili difficoltà di controlli costanti ed accurati: “Tutto questo è semplicemente immorale – ha sottolineato Pili – Pensare che su questa tragedia ci siano soggetti intenti a lucrare che sbarcano in Sardegna per impiantare qui i propri affari è di una gravità inaudita. Ma tutto questo avviene con uno Stato complice di queste situazioni. Prefetture per niente trasparenti se è vero come è vero che la pubblicazione parziale degli esiti di queste fantomatiche graduatorie sono state pubblicare solo qualche giorno dopo l’interrogazione parlamentare di tre mesi fa con la quale il sottoscritto aveva chiesto trasparenza e pubblicazione degli esiti dell’evidenza pubblica. Ora che le gare d’appalto di Roma affidate a queste società compromesse sono state di fatto commissariate con decreto del prefetto ci si domanda: chi deve commissariare quelle sarde fatte dalle prefetture? Il governo deve rispondere immediatamente perché, se fossero veri i dati delle prefetture, in Sardegna starebbero orbitando non meno di 3.000 migranti in strutture simili. Ovvero quasi 40 milioni di euro di guadagni”. (fm)
(admaioramedia.it)
25 Comments
Chris Chris
Appunto! Si dice che è così! Perché altrimenti non si spiega questo aumento di migranti! Dietro c’è una speculazione pazzesca, e continuerà così finché non si metterà fine alla speculazione e corruzione!
Alberto Orrù
E io che pensavo lo facevano per avere un posto in paradiso
Graziana Matta
si era già capito….tutto gira attorno al denaro
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