Tanto tempo fa, i più devoti fedeli del comunismo militante si battevano per portare “la fantasia al potere”. Non immaginavano che i loro epigoni, in sedicesimo, di Sardegna sarebbero andati ben oltre: non paghi di aver disintegrato il trasporto aereo, terremotato le finanze regionali e via sgovernando, le allegre truppe del professore si accingono ad assestare una mazzata alla già traballante struttura della Sanità isolana. Anche in questo a caso, come d’abitudine a rimorchio dei sinistri d’oltre Tirreno: le mega-Asl sono già state istituite in Toscana e in Abruzzo, (il Molise ha un’Azienda unica da tempo, ma ha una popolazione di trecentomila abitanti).
Se otto aziende territoriali sono indubbiamente troppe, una sola è, oggettivamente, troppo poco. Le prerogative dei Direttori generali consentono un’operatività che non può essere delegata ai Distretti, si corre il rischio che necessità periferiche, anche urgenti, abbiano risposte tardive e inadeguate. Non lo dice un povero ignorante romito, ma autorevoli esperti di management in Sanità, che si interrogano, da tempo, se realmente le mega Aziende sanitarie consentano una gestione più agile, economica ed efficace rispetto ad Aziende di medio piccole dimensioni (quattrocento-seicentomila abitanti). In ogni caso, per centralizzare gli acquisti di beni e servizi non occorre centralizzare il management.
Sconvolge però, non tanto la pervicace ribalda volontà di realizzare a tutti i costi e con una fretta inspiegabile, se non si pensa male, la mega-Azienda, quanto l’incredibile pochezza di contenuti della relazione tecnica, distribuita in Commissione Sanità del Consiglio regionale a corredo della proposta di legge: la Asl unica si deve fare perché così si risparmiano, udite udite, cinquecentomila euro all’anno, che a fronte di una spesa annuale di tre miliardi e duecento milioni e un disavanzo di quattrocento, è veramente risibilissima cosa. Il risparmio, invero, sarebbe potuto essere più corposo, se la norma non avesse sostanziosamente (e maliziosamente?) rimpinguato le indennità dei Direttori generali (e, a cascata, di Direttore amministrativo, Direttore sanitario e Collegio sindacale). Dai 124mila euro attuali si passa a 240mila euro annui per il mega Dg, 216mila per i Dg delle aziende ospedaliere, per finire con 168mila del cenerentolo, si fa per dire, Dg dell’Areus.
Non un cenno a motivazioni tecniche, o strategiche indispensabili per giustificare una scelta di questa portata… Inaccettabile. Se non ci fosse da preoccuparsi seriamente, sembrerebbe uno scherzo. Il nuovo mega Dg conterà più dell’Assessore alla Sanità, gestirà direttamente, esclusi gli acquisti di beni e servizi affidati alla centrale d’acquisto, un bilancio che si avvicina ai due miliardi di euro. Sarà lui a concedere appuntamenti all’Assessore, non viceversa… Impudenti, ma bravi, vendono a tutti che la mega ASL serve per risparmiare (ben un decimillesimo e fischi del budget di spesa), nel frattempo aumentano, senza che nessuno se ne accorga, le indennità a tutti gli apicali, e depotenziano seriamente l’Assessore in carica. Un bel gioco davvero. Peccato che il terreno di gioco sia la salute dei Sardi.
Il Romito
(admaioramedia.it)
3 Comments
webnauta59
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Maria Bonaria Usalla
FERMATELI STANNO FACENDO UNO SCEMPIO DIETRO L’ALTRO.QUESTI SONO DEGLI INCOSCENTI SCIAGURATI .ANDATE A ZAPPARE NON SO SE NE SIETE CAPACI.
Gio Vanna
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