Anche qui dove osano le garzette e i cavalieri d’Italia, sì qui nel romitaggio di S’Arrulloni, sono giunti gli echi di una storia che riguarda un Assessore regionale, un letale virus esotico, un generoso volontario e la Sanità, questa volta sassarese. Ho dovuto attendere che arrivasse in visita gente che sa di queste cose perché spiegasse, con linguaggio adeguato ad un povero ignorante romito, cosa fosse questo Ebola, e che cosa sia accaduto in quel di Sassari.
Era proprio necessario che l’Assessore con delega alla Sanità facesse lo sborone, già nel mese di ottobre 2014, garantendo certezze che, alla prova dei fatti, si sono rivelate tutt’altro che tali? Eppure il suo mestiere (è un medico) dovrebbe avergli insegnato a non millantare certezze infondate… mah… ora ‘la fantasia è al potere’: comandano quelli chenonsbaglianomai perchésonodisinistra edunquesonotroppotoghi. Eja, di gesso, come dicono i miei vicini di romitaggio.
Mi sono state mostrate immagini dell’arrivo del malato all’Istituto di Malattie Infettive di Sassari da cui non si ricava l’impressione delle cautele che, con un piccolo sfuggente bastardo come il virus Ebola, sono obbligatorie. Abbiamo giocato col fuoco. E’ vero che sinora non ci sono evidenze di una trasmissione aerea di nessun ceppo di Ebola (la mortalità, a titolo di cronaca, può raggiungere il 90%), e che la contagiosità inizierebbe dal momento in cui si presenta la febbre. In medicina, però, non esistono certezze assolute… E se il ceppo virale mutasse e diventasse resistente alle condizioni ambientali esterne al portatore? E se la contagiosità iniziasse prima della comparsa della febbre? Potrebbe scoppiare una pandemia devastante.
Proprio per evitare questi rischi esistono protocolli internazionali di contenimento. Con Ebola non si scherza, è un’emergenza sanitaria. Se il ceppo che ha colpito il nostro conterraneo fosse stato capace di trasmettersi per via aerea, tutti i passeggeri dell’aereo che lo ha portato in Italia e tutti i loro contatti, tutti tutti, sarebbero stati a rischio di infezione e li si sarebbe dovuti isolare. Non si può lasciare spazio all’improvvisazione in casi come questo. La gestione del trasporto del malato e soprattutto dei suoi liquidi biologici può essere affrontata solo in strutture adeguatamente attrezzate. A leggere la lettera della Federazione dei Sindacati Indipendenti di Sassari, questo non è accaduto: il laboratorio che ha trattato i campioni di sangue non era attrezzato per la gestione di campioni biologici con rischio elevato. Qualche ragione devono averla se i tecnici che li hanno gestiti sono stati posti in isolamento.
Sono un povero romito ignorante, ma mi pare che questa non sia materia per dilettanti allo sbaraglio… C’è troppo in gioco. Non avrebbe fatto miglior figura l’Assessore se avesse evitato di dichiarare cose che, alla prova dei fatti, si sono rivelate non vere? Non sarebbe stata cosa più saggia, visto che non si era in condizioni di gestire in sicurezza la situazione, trasferire da subito il malato in una sede in grado di farlo? Forse il romitaggio mi ha inselvatichito ma non sarebbe cosa buona e giusta che chi decida di recarsi in zone colpite da Ebola rientri solo alla fine dell’epidemia, realizzando una logica, e sensata, misura di contenimento?
Il Romito
(admaioramedia.it)