Il racconto di una bagnante: algerini arrestati per furto al Poetto, dopo 15 giorni si ripresentano, sfiorata la rissa

Un pomeriggio di due settimane fa, mi trovavo nel mio lettino in uno degli stabilimenti cagliaritani a prendere il sole e godermi il mare del Poetto, quando ho assistito all’arresto di due giovanissimi algerini per aver rubato una borsa che si trovava sotto l’ombrellone di un ‘collega bagnante’. I due ragazzi erano stati seguiti da alcuni cittadini e poi bloccati dai carabinieri. Si trattava di due minorenni algerini che settimanalmente sbarcano nelle coste del Sulcis e poi vengono accolti in una delle tante strutture di tutta la Sardegna. Dalle cronache dei giornali ho poi appreso che erano stati denunciati e riaffidati alla struttura che li ospitava, agli arresti domiciliari.

Poi, con mia grande sorpresa, domenica scorsa li ho rivisti aggirarsi tra gli ombrelloni dello stesso stabilimento balneare, ma riconosciuti da altri bagnanti sono stati allontanati, senza però mancare di ostentare proteste e fastidio, al punto che si è anche sfiorata la rissa. Certamente, sono andati via dallo stabilimento, ma avranno semplicemente cambiato il ‘terreno di caccia’. E quando la Polizia è arrivata, dopo un’ora, erano già abbastanza lontani.

Che giustizia è quella che non riesce a garantire la sicurezza dei propri cittadini, rimettendo in libertà chi è già stato denunciato per furto ed oltretutto si trova in Italia come clandestino?