Una rosolia materna al quarto mese di gravidanza non è l’inizio di una bella storia, ma la fiducia e la speranza di un figlio, comunque atteso e desiderato, fanno credere alla possibilità positiva di affrontare il problema che ne viene. Così sono nata io e la previsione di gravi malformazioni nel tempo si è concretizzata nella certezza di essere ‘normalmente’ sorda. Una specie di miracolo.
La sordità è una condizione particolare perché è un handicap ‘invisibile’. Di solito quando si ha a che fare con una persona sorda si è presi da una forma di disagio, dato che non si sa come comportarsi perché apparentemente sembra una persona ‘normale’ e alla fine, quasi sempre, sono paure infondate perché bastano piccoli accorgimenti per avere una comunicazione efficace. Purtroppo, però, si pensa spesso che le persone affette dalla sordità siano tutte uguali. Niente di più sbagliato! I sordi possono avere diversi gradi di sordità e soprattutto avere alle spalle un percorso di vita e di riabilitazione diverso. La mia sordità non mi ha impedito di ‘vivere’ serenamente come tutte le persone normali; ho fatto liceo e Università finché ho voluto e da 25 anni pratico la pallavolo. Con orgoglio ho partecipato alle nazionali di pallavolo sorde, ottenendo il 2° posto ai campionati europei in Turchia nel 2011, sono anche riuscita a ottenere il titolo di campionessa sarda di beach tennis con gli udenti e ancora di essere premiata come miglior giocatrice di beach volley nel 2006. La passione supera tutte le barriere. La passione per lo sport è musica per me. Non sento le note ma sento l’adrenalina dentro il mio corpo. Attualmente collaboro con diverse associazioni sportive udenti e sordi.
Il mio è un vivere in due mondi e fare spesso da tramite fra loro, conosco la lingua dei segni, ma sono cresciuta leggendo il labiale e questo mio modo di essere mi permette di crescere sempre interiormente, di conoscere i miei limiti e di migliorare il mio percorso di vita, attraverso la conoscenza e la comprensione degli altri. Il colmo della mia sordità è lavorare in un negozio di telefonia. Tutto quello che sono lo devo alla ‘normalita’ del mio essere terza di cinque fratelli. Se tutto vuoi, tutto puoi… Il silenzio aiuta ad ascoltare dentro di te, ci sono tante voci che altri non possono sentire… le difficoltà si superano con pazienza… e la passione risolve tutto.
Sara Giada Gerini
(admaioramedia.it)
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