C’è in circolazione uno strano virus che sta infettando tutti i partiti in corsa per le regionali sarde e per il quale sembra non esserci antidoto che tenga.
Una sorta di ‘voto a perdere’ le elezioni che anziché vedere contrapposte le diverse coalizioni tra programmi e progetti di rilancio per l’Isola, procede invece in un ‘tutti contro tutti’ esclusivamente all’interno ad ogni singola coalizione, con il solo obiettivo di accaparrarsi qualche poltrona utile e il risultato di continuare ad allontanare i possibili (sempre meno) elettori che hanno ancora intenzione di recarsi alle urne.
Nel centro destra prosegue la battaglia interna a Forza Italia e sono di questi giorni le sortite dei dissidenti dalla linea del coordinatore Cappellacci, che – a giochi ormai fatti e con l’ufficializzazione da parte di tutta la coalizione della candidatura di Christian Solinas in quota Lega – agitano le acque cercando di rimettere tutto in gioco a beneficio di una donna, Ines Pisano, magistrato del Tar di Roma o Alessandra Zedda, attuale capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale ed ex assessore regionale dell’Industria e della Programmazione nella Giunta Cappellacci. Una ‘strategia’ politica che lascia quantomeno perplessi tanti elettori che si chiedono come mai, in un periodo nel quale i sondaggi sono tutti a favore del centrodestra, si mettano in discussione decisioni già prese, quando magari sarebbe stato utile, e dilettevole, agitarsi prima dell’uso e non dopo, a poche settimane dal voto.
A sinistra, dopo il disastro della Giunta Pigliaru-Paci o Paci-Pigliaru, come si usa dire tra i corridoi del Consiglio e nei vari uffici regionali, andato a vuoto il tentativo di autoricandidatura di Soru, si è puntato sul ‘Leader Massimo’, inteso come Zedda, sindaco di Cagliari, nel ruolo di ‘salvatore della sinistra patria’. Nel tutti contro tutti tra compagni, tramontato il sol dell’avvenire che in nome del sardismo passa con disinvoltura da sinistra a destra e da destra a sinistra, secondo l’elezione ed i sondaggi di turno (da Soru a Cappellacci sino a Pigliaru, sempre sull’onda del vincente), Maninchedda si è riposizionato anche a questo giro animando uno sparuto gruppetto con Primarias-Manincheddarias, che, dopo il 16 dicembre, lo incoroneranno candidato autonomista, salvo poi accordarsi, probabilmente, come fatto in questi anni, con qualche coalizione ‘nazionale’ pur di stare al governo della Regione.
I grillini, che sondaggi alla mano avevano qualche speranza di trionfo, hanno gettato al vento anche questa tornata dimostrandosi più partito dei partiti tradizionali. Di fatto facendo fuori quello che sarebbe stato il vero candidato in pectore, Luca Piras, inventandosi le seconde ‘regionarie’, alle quali il professore universitario non è neppure stato ammesso, e pescando dal cilindro un funzionario regionale, Francesco Desogus, che difficilmente riuscirà a far accendere la luce dei Cinquestelle sul Palazzo regionale.
Il Conte
(admaioramedia.it)
One Comment
il Consumatore
Il voto a perdere, come ho scritto più volte nei social, sarà quello che anche questa volta, nonostante il vento a favore dei leghisti, porterà la destra a perdere anche queste elezioni. D’altronde già da diverse tornate elettorali, la destra ed in particolare F.I. che, tramite i suoi politici di grido e di lungo corso, ha perso di continuo elezioni comunali e provinciali, come pure le ultime regionali. Gli avversari hanno vinto non per meriti propri, ma grazie alle liti chioggiotte di molti forzisti. Temo che anche alle prossime riusciranno a far vincere la sinistra, a meno che non sia nei programmi un accordo con il PD.