I soliti noti big decidono a tavolino chi sarà il candidato o la candidata di turno, lasciano passare qualche settimana, tirano fuori uno o due nomi che si sono esposti mediaticamente, iniziano il tam tam sui social, aprono il voto anche a chi non potrà votare realmente, come minorenni e stranieri, mettono su una giornata di primarie per raccogliere i soliti 2 euro (minimo) a votante, se la cantano e se la suonano sempre tra loro, per far credere ai pochi duri e puri della base che resistono di aver deciso e contato qualcosa, infine celebrano, anche grazie ai titoloni, come se avessero vinto le elezioni o eletto veramente qualcuno. Insomma, il solito copione della sinistra.
A sentir loro, dunque, sembrerebbe che a Cagliari abbiano già vinto le Comunali con l’assessore uscente Francesca Ghirra, già indicata (decisa) come candidato sindaco nello scorso marzo dalla triade Uras-Zedda-Agus e ‘inaspettatamente’ confermata nella “grande espressione di democrazia” delle primarie. Sono partiti i festeggiamenti, accompagnati da dichiarazioni a giornali e tv, post, like, i protagonisti e i fan si fotografano sorridenti come se avessero conquistato la Casa Bianca, tanto da richiamare addirittura l’ex presidente Obama come esempio di autofinanziamento per giustificare la richiesta di denaro a quanti si sono recati al voto. Stesso cliché utilizzato per le ultime Regionali, dove, dopo cinque anni di non governo del centrosinistra, dopo essersela cantata e soprattutto raccontata sempre tra loro, dopo aver spacciato in giro abbondanti dosi di “ma Zedda non è del Pd”, autoconvincendosi che l’ex Sindaco di Cagliari fosse stravincente, si sono schiantati senza precedenti nella storia dell’Autonomia della Sardegna.
Se il buongiorno si vede dal mattino, con la sinistra che in Regione ha iniziato a fare opposizione con argomenti di somma eleganza e di grandissima rilevanza per l’Isola (come dare del “ciccione” al Governatore oppure attaccare il ministro Salvini per la frase sulla “Giunta che sarebbe nata in un quarto d’ora”), durante il mese di campagna elettorale anche i temi ‘politici’ per Cagliari, e negli altri importanti comuni sardi, non potranno che essere di questo livello. Dopo le Regionali, una vera manna per il centrodestra che, se non abboccherà al tranello e non si farà trascinare sul terreno del nulla condito dagli insulti, potrà puntare a tornare a Palazzo Bacaredda e non solo.
Il Conte
(sardegna.admaioramedia.it)